La legge “nata online” ma depositata prima

Premesso che la proposta del Movimento 5 Stelle di sedersi a un tavolo insieme al Pd e agli altri partiti per collaborare alla stesura della legge elettorale non può farci che piacere, ci sono un paio di punti che vorrei fossero chiariti prima di un qualunque incontro. Il 3 gennaio 2014 così tuonava Beppe Grillo dal suo blog:

«La legge elettorale del M5S sarà sviluppata on line a partire dalla prossima settimana INSIEME agli iscritti certificati al M5S (ad oggi circa 100.000) con il supporto di Aldo Giannuli che illustrerà ogni singola scelta alla quale seguirà una consultazione on line. La legge elettorale del M5S dovrebbe essere completata per il mese di febbraio e sarà la posizione ufficiale del M5S da discutere in Parlamento quando un Parlamento legittimo sarà insediato. Il Parlamento attuale è infatti incostituzionale, i suoi eletti sono stati nominati, il premio di maggioranza è abnorme. In Parlamento siedono 150 abusivi eletti grazie al premio di maggioranza del Porcellum. Gi abusivi sono di pd, sel, centro democratico e svp. La loro elezione non è neppure stata convalidata. E questa gente, responsabile e fruitrice del Porcellum, dovrebbe occuparsi di legge elettorale e magari di riforma della Costituzione? Al massimo può andare a casa. Napolitano, dopo la pubblicazione delle motivazioni della Consulta, attesa per fine gennaio, deve sciogliere le Camere».

Quando si dice che la proposta dei Cinquestelle è nata dai cittadini si dice il falso. Non solo per le modalità (al massimo si potrà dire che è quella preferita dalla maggioranza dei frequentatori del blog), ma anche nel merito. Il Democratellum, come è stato rinominato, altro non è che la proposta di legge elettorale a prima firma Toninelli e sottoscritta da tutto il gruppo del Movimento 5 stelle alla Camera dei Deputati presentata il 4 ottobre 2013 con alcune piccole modifiche (qui il testo).

Compariamo adesso le due proposte di legge:

– entrambe sono proporzionali
– entrambe hanno dei collegi intermedi sulla falsa riga del modello spagnolo
– i collegi sono su base provinciale e le città metropolitane hanno una divisione a sé
– in entrambe esiste la possibilità di esercitare  sia il voto di preferenza che la preferenza negativa, ossia la cancellazione di candidati “sgraditi all’elettore” (art. 14 pdl 1657, punti 5.9 e 5.10 proposta di legge Grillo). «Per ogni candidato cancellato l’elettore può esprimere una preferenza aggiuntiva a favore di un candidato della lista scelta o anche una preferenza per un candidato di un’altra lista» (pdl Toninelli ed altri)
– entrambe utilizzano il metodo del calcolo dei resti D’Hont
– la soglia di sbarramento rispetto alla proposta Toninelli è stata alzata dal 2% al 5%

Adesso che le abbiamo comparate possiamo tornare ad affermare con serenità che le due proposte sono praticamente identiche. Mi si dirà che la seconda proposta è stata legittimata dal voto degli iscritti. Posto che in realtà gli iscritti al blog possono essere militanti ed elettori di altri partiti (personalmente ne conosco più di uno) e non elettori o addirittura eletti al M5S, visto che le iscrizioni valide per votare sono ferme a chi si è iscritto entro il giugno 2013, e posto comunque che  è scorretto e sbagliato dire che hanno votato i cittadini perché si tratta di numeri infinitesimali rispetto non solo ai cittadini italiani, ma addirittura agli elettori del M5S, tutto ciò premesso, la discussione sul blog iniziava così il 15 gennaio 2014, omettendo ovviamente il fatto che una proposta di legge già vi fosse e fosse già stata depositata:

«Buongiorno, a partire da oggi inizieremo un percorso di discussione di una proposta di riforma del sistema elettorale del M5S. La cosa avverrà in più incontri, dopo ogni incontro ci sarà una discussione, tanto sul blog di Beppe Grillo quanto se lo riterrete sul mio blog personale, dove io continuerò a scrivere articoli integrativi, e su La Cosa. Ci sarà quindi una consultazione on line con il voto su ogni punto e alla fine cercheremo di comporre una proposta organica».

Il voto, o meglio il parere dei lettori, veniva chiaramente indirizzato dal modo in cui le proposte erano presentate sul blog e dallo stesso professor Giannuli. Un esempio chiarificatore, come sono stati presentati il sistema maggioritario e quello proporzionale: «Sostanzialmente il maggioritario che cos’è? È un sistema che trasforma una minoranza di voti in una maggioranza di seggi per garantire che ci sia un vincitore con una maggioranza parlamentare stabile, sottratto alle crisi parlamentari. Il sistema proporzionale invece si preoccupa di legittimare le assemblee parlamentari attraverso il minor numero di manipolazioni del sistema elettorale. I seggi devono corrispondere percentualmente il più possibile alla percentuale dei voti popolari ottenuti da ciascuna lista».

Dopo mesi di video del professor Giannuli è emersa esattamente la proposta di legge elettorale presentata nell’ottobre 2013, solo con qualche mese di ritardo: il 21 marzo 2014. I commenti all’ultimo post sono eloquenti: «Grazie!!! Sono orgoglioso di avere partecipato alla creazione della Legge elettorale più democratica di tutti i tempi, anche se temo che non ce la voteranno mai!!! Massimiliano C., Nuoro 07.05.14 15:27». O anche: «Grazie Professore, tutte le lezioni sono state interessanti, dense di contenuti e comprensibili. Se penso a come è stata trattata la materia dal fanfarone di Firenze, resta la consapevolezza di chi vuole escludere e chi includere i cittadini nella cosa pubblica. Cristian S.  21.03.14 17:51». È con quest’ultimo commento che vorrei concludere il mio articolo.

Avere delle proposte di legge che siano condivise dal proprio elettorato è una cosa bella e giusta, altra cosa è ingannare il proprio elettorato facendogli credere di sottostare alle loro decisioni. Per questi motivi è importante che in questo paese si inizi una discussione seria sui partiti, che devono essere comunità di persone che si riuniscono, si incontrano, discutono, non cliccatori di bottoni. La democrazia del web dovrebbe essere aggregante, non discriminatoria, evidentemente il partito italiano che se ne faceva promotore ha fallito proprio su questo. Tocca a noi sorvegliare e costruire un’alternativa vera e credibile. Quindi, per tornare all’inizio di questo articolo, ben venga il dialogo con il Movimento 5 Stelle sulla legge elettorale, ma per favore non iniziamo questo difficile percorso politico e democratico prendendo in giro i cittadini.

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Giuditta Pini è parlamentare del Partito democratico