Da Lunedì chiunque allenerà il Milan dovrà schierare due attaccanti, altrimenti dovrà trovarsi un’altra squadra da allenare. Il mio non è un consiglio”.
Che Berlusconi mal sopportasse i poteri indipendenti era noto, ma che se la prendesse con Carlo Ancelotti, colpevole di aver rimontato e vinto un derby che sembrava perso, davvero non ce lo aspettavamo. Così, mentre ascoltavamo il presidente elencare implacabile i capi di accusa, non potevamo non chiederci da quale sottile strategia comunicativa fossero dettate quelle parole. Perché nel merito sembravano prive di senso, frutto di un’idea del calcio un tantino approssimativa: più attaccanti, più goal. Poi abbiamo capito. Non era di calcio che si stava parlando: al mediano si rispondeva con l’attaccante. Abbiamo allora tirato un doppio sospiro di sollievo, per Ancelotti e per noi stessi che giusto sette giorni fa, a proposito di mediani, scrivevamo che “qui ci sono solo fantasisti, rifinitori della trequarti e rocciosi difensori”.