Domenica si è votato in Grecia e in Carinzia, dove hanno vinto la destra liberale di Karamanlis e la destra populista di Joerg Haider. In Spagna si voterà domenica, ma si sa già che vincerà la destra moderata e modernizzatrice di Aznar, sebbene per interposta persona (il grigio Mariano Rajoy). In Grecia, dopo ventitré anni quasi filati di governo socialista, la vittoria di Nuova democrazia preoccupa più che altro per le origini greco-macedoni del suo leader, che certo è assai improbabile si mostri incline al compromesso sulla delicata situazione balcanica, ma che per il resto non può essere confuso con la destra sciovinista e reazionaria di Haider (assai più simile alla formazione Allarme ortodosso, nata non a caso proprio da una scissione di Nuova democrazia). In Austria crescono i socialdemocratici, ma il crollo dei popolari a vantaggio della Fpoe – determinante per la maggioranza di governo – potrebbe essere il segnale di una preoccupante inversione di tendenza, quella che dal 2000 a oggi aveva premiato la spregiudicata strategia del cancelliere Schuessel: fare posto alla Fpoe nel governo e prenderne i voti in tutte le successive elezioni. In Spagna, infine, la dura campagna di Zapatero sulle responsabilità del governo nel disastro della petroliera Prestige e sul no alla guerra senza se e senza ma si è rivelata assai più fiacca di quanto inizialmente pronosticato. Incapace di imporre una linea al partito nelle diverse Comunità autonome e colpito dalle rivelazioni sui rapporti con l’Eta degli indipendentisti catalani di Carod Rovira (alleati del Psoe), Zapatero è dato ormai per sconfitto in tutti i sondaggi. E l’Italia? Berlusconi ha tentato a lungo di presentarsi come un moderno leader europeo alla Aznar, capace di neutralizzare e garantire per Bossi alla maniera di Schuessel con Haider, ma si è dimostrato ben presto incapace di isolare l’anima populista rappresentata dalla Lega, lasciandosi piuttosto trascinare in una campagna aggressiva e anti-sistema che nulla ha a che vedere con i toni moderati e il volto rassicurante che in Grecia ha premiato la destra di Karamanlis. Le recenti aperture di Tremonti, seguito subito da Casini, non si direbbero affatto un gioco delle parti – come pure alcuni sostengono – quanto il tentativo di riposizionarsi a fronte di una sconfitta annunciata. Alle scorse europee, la schiacciante vittoria di Forza Italia inaugurò la svolta a destra. La vittoria della lista Prodi alle prossime elezioni forse non avrà altrettanta fortuna. Ma che sarà una vittoria schiacciante sembra probabile, almeno a vedere come cominciano a scansarsi gli alleati del presidente del Consiglio.