All’ultimo vertice dei capi di stato e di governo dell’Unione europea erano presenti quelli che, di fatto, erano ormai due ex capi di governo: José Maria Aznar e Silvio Berlusconi. La triste parabola del primo rappresenta l’unica vera lezione spagnola di cui l’Italia dovrebbe tener conto. La costruzione di un partito incentrato sulla figura “carismatica” (sia pure tra virgolette) decisionista e battagliera del suo leader si è sciolta in una malinconica parodia: smentito pubblicamente da tutti i direttori dei principali quotidiani spagnoli – è di sabato l’ultimo schiaffo rifilatogli direttamente dal direttore del Pais a proposito delle telefonate di pressione dalla Moncloa – Aznar ha speso gli ultimi giorni del suo mandato nel tentativo di salvare il proprio onore, non esitando a gettare nel fango quello dei servizi segreti, delle forze di polizia e della stampa. Ma le ricostruzioni sempre più dettagliate e le testimonianze di giornalisti, ufficiali e diplomatici non solo spagnoli hanno fatto a pezzi quel che restava della sua credibilità. Da Bruxelles, il futuro ex primo ministro spagnolo ha quindi tentato maldestramente di riattizzare la polemica sul ritiro delle proprie truppe, con non migliori risultati. Dal canto suo, il futuro ex primo ministro italiano è stato l’unico tra i presenti a mostrarsi scettico sulla possibilità di firmare entro giugno la nuova costituzione europea, nonché sul coinvolgimento dell’Onu in Iraq. Su entrambe le questioni, a farsi interprete dell’interesse nazionale ha provveduto Ciampi dall’Ungheria, ribadendo l’impegno dell’Italia sulla nuova costituzione e invocando una nuova risoluzione Onu per il dopoguerra iracheno. Ma è ormai chiaro che Berlusconi ha perso l’occasione per ricollocare l’Italia su una linea più europeista che tenesse conto dei mutati equilibri (confermati anche oggi dalla clamorosa vittoria dei socialisti francesi alle regionali), proprio nel giorno in cui Schroeder annuncia una nuova riunione del direttorio anglo-franco-tedesco. I due esclusi, fino a pochi anni fa astri del nuovo corso popolare in Europa, non sembrano destinati a lasciare alcuna scia luminosa sul loro percorso.