Un lunatico è convinto che tutti lo vogliono uccidere; i suoi amici gli fanno conoscere le persone più dolci e più rispettabili e poi gli dicono: «Vedi, non vogliono ucciderti, ti parlano nel modo più cordiale; non ne sei ancora convinto?». Ma il lunatico risponde: «Non è che uno stratagemma diabolico: anche questi, come gli altri, stanno complottando contro di me» […]. Applichiamo all’esempio il test di Flew: il lunatico non accetterà alcuna condotta come contraria alla sua teoria; perciò la sua teoria, sulla base del test, non dice nulla. Ma noi seguitiamo a pensarla diversamente da lui, altrimenti non lo considereremmo un lunatico e non ci sentiremmo a disagio con lui. Possiamo dire che ciò che ci differenzia dal lunatico è il nostro rispettivo blik: mentre egli ha un blik folle sulle persone, noi ne abbiamo uno sano […]. È stato Hume a insegnarci che l’intero nostro rapporto col mondo dipende dal nostro blik sul mondo stesso; e anche che le differenze fra i vari tipi di blik non dipendono dall’osservazione di ciò che succede nel mondo.
R. M. Hare, in Aa. Vv. Nuovi saggi di teologia filosofica
(a cura di Massimo Adinolfi)