Marine

Indossata la mimetica, infilato il pugnale sotto la cintura e tracciate sotto gli occhi lunghe strisce nere per meglio mimetizzarsi nella notte, Franco Marine si è gettato nella boscaglia dell’Ulivo deciso a tagliare col coltello tutti quei rami che ancora uniti ne intralciassero il cammino e la missione. Nella sua intervista domenicale a Repubblica, Franco Marine ammette che sì, forse prima di strappare ai socialisti dello Sdi il petalo socialista della Margherita di Manca e La Ganga, “magari in quel caso dovevamo prima parlarne con Boselli”; che sì, forse prima di lanciare la competizione contro i Ds, parlando di sorpasso e di egemonia margheritica, sarebbe stato meglio pensarci due volte; che sì, forse dire subito che la lista unitaria alle prossime regionali andava presentata solo nella metà esatta delle regioni (quelle del centronord, ovviamente, cioè quelle perse in partenza più quelle regioni rosse in cui i Ds prendono più voti) forse anche lui poteva fermarsi a riflettere un momento. Tutto ciò ammesso e concesso, però, Franco Marine mette le cose in chiaro: al presidente ds della Campania Bassolino, che su quello stesso giornale aveva parlato di lista unitaria in tutta Italia, replica indirettamente che Uniti nell’Ulivo può funzionare in Lombardia, ma “solo un demente può dirmi che dobbiamo fare la stessa cosa in Campania”; agli alleati che dicono o dappertutto o niente – e c’è da capirli, visto che l’alternativa di Franco Marine è tutti insieme dove vincono i Ds e da soli dove vince la Margherita – il segretario organizzativo replica sguainando il pugnale: “Stiano attenti a fare il tiro al piccione. Gli alleati non possono pensare che tutto questo rimarrà senza conseguenze… E se le punture di spillo quotidiane continuano, sappiano che subire passivamente non fa parte delle regole della politica”. Siccome noi non siamo marine, non chiederemo a Prodi di fare come George W. Bush, inaugurando il suo nuovo mandato con la presa del Sud Italia come fosse il triangolo sunnita e di Napoli come fosse Falluja. Essendo dei dementi, facciamo appello ai dementi di tutto il paese, che come noi ritengono che la lista unitaria debba presentarsi in Toscana come in Campania, in Trentino come in Molise. Perché non ci piace né la politica delle punture di spillo quotidiane, né quella delle coltellate settimanali; né gli accordi sottobanco, né i siluri sottomarini.