Una prognosi di 35 giorni, 48 ore passate in ospedale, un omero fratturato e un’intervista al Corriere della Sera. Questo ha rimediato Claudio Bertè, 47 anni, commerciante in vacanza sulle nevi di Madonna di Campiglio, intruppato da quel mattacchione di Valentino Rossi. Il campione pluri-iridato scendeva giù a rotta di collo col suo snow board quando ha impattato rovinosamente il professionista dei conti. E lui, Valentino, i conti pensava di averli saldati semplicemente fermandosi, sincerandosi che stesse abbastanza bene e spedendogli – poi – un sms di scuse con un numero non suo. Bertè però al Corsera ha dichiarato che no, non ci si comporta così. Poteva venire in ospedale o, se temeva la folla, almeno mandare un amico. E poi un semplice sms… quasi noi commercialisti si fosse tutti fernandelesse. Alle domande del giornalista ha risposto per un paio di volte e – immaginiamo – giustamente contrito: “Sono un ammiratore di Valentino”. Magari – massì – pure tifoso.
Sia chiaro, l’educazione risolve molti equivoci, ma la faccenda ci ha fatto ripensare a una lettera irata di un “ammiratore” di Nuti, che a un quotidiano dichiarò che la Cenci e il Benvenuti sì, però Francesco se la tirava un po’. Scontroso e seccato, aveva infatti liquidato con un grugnito i suoi oliosi attestati di stima.
Ecco, Valentino per togliersi dagli impicci poteva almeno dirglielo al 47enne che, brum, sei forte anche con la spalla rotta. Magari al capezzale di un letto d’ospedale e davanti a una telecamera.