Per il quarto anno consecutivo Amici di Maria De Filippi è arrivato alla stretta finale. Dal 3 febbraio iniziano le sfide serali in cui i ragazzi della scuola si affronteranno l’uno contro l’altro, fino alla proclamazione del vincitore. Dopo che per mesi i giovani talenti hanno dovuto fare squadra contro sfidanti esterni pronti a rubare loro il posto (ma che allo stesso tempo, come da tradizione, si sono traditi e diffamati abbondantemente), devono ora dimostrare di valere più dei compagni nelle seguitissime gare fratricide. E anche quest’anno – ci possiamo giurare – ogni concorrente, come se non avesse mai visto il programma, non potrà fare a meno di rimarcare quanto grande sia il dispiacere di dovere gareggiare contro un amico.
Se negli anni le trasmissioni pomeridiane di Amici sono state lentamente trasformate in un reality adolescenziale, in cui le lezioni di danza, musica o recitazione sono state messe da parte per far posto alle beghe sentimentali e psicologiche dei protagonisti, le puntate serali hanno mantenuto (almeno nella loro struttura principale) lo spirito originario del programma. Se non si perdessero minuti preziosi dando spazio agli inutili pareri polemici del pubblico o alle lettere di genitori e parenti, peraltro lette con straziante monotonia dalla De Filippi, le sfide continuerebbero a essere appassionanti. Perché è in quei momenti che si scatena la vera natura del telespettatore italiano, quella che davanti alla nazionale ci trasforma tutti in esperti commissari tecnici: l’irrefrenabile istinto di criticare e giudicare. Così ogni giovedì ci scopriremo raffinati ballerini o navigati cantanti, e con questa ritrovata esperienza alle spalle valuteremo le performance dei malcapitati. Come per i Baggio o i Totti, ci saranno severi accusatori e strenui difensori di talenti incompresi. E immancabilmente si divideranno in due opposte e agguerrite scuole di pensiero: quelli che tengono al concorrente dalla trascinante bravura in una disciplina (ma che nelle altre è quasi imbarazzante) e quelli che preferiscono l’eclettico faticatore, che non eccelle in niente, ma se la cava bene in tutto. Che poi, dette così, sembrano quasi le candidature alle primarie del centrosinistra. Sperando che almeno queste ultime non si risolvano per mano di un esercito di ragazzine armate di sms.