L’umanità sta entrando nell’era della civiltà multilaterale e multipolare. Da gran tempo, l’Europa non è più il direttore d’orchestra universale. Ciò non significa che il suo ruolo si sia esaurito e che non abbia più nulla da dire al mondo. Una nuova missione le si offre e, con essa, un nuovo contenuto per la sua stessa esistenza. Questa missione non consiste più nel diffondere, pacificamente o con la forza, la sua religione, la sua civiltà, le sue invenzioni o la sua potenza. Non consiste nemmeno nel dare al mondo lezioni di democrazia, o sullo stato di diritto, sui diritti dell’uomo, sulla giustizia. Se l’Europa ne ha la volontà, può assolvere un compito più modesto ma molto più utile: servire d’esempio, con la sua stessa esistenza, e dimostrare che un insieme di popoli diversi può cooperare pacificamente, senza che per questo perdano un’oncia della loro originalità.
Vaclav Havel, Le défi historique de l’Europe, 1996
(a cura di Massimo Adinolfi)