Tourist è la seconda prova degli Athlete, il quartetto di Deptford, South London, assurto alla notorietà con “Vehicles & Animals” del 2003. Elogiati dalla critica, in particolare da quella britannica che vede in loro “the next big thing” e che si è spinta fino a vaticinare un futuro da innovatori del Brit-pop, i quattro hanno atteso prima di concedere il bis forse proprio per smarcarsi dal peso di tanto entusiastico apprezzamento.
Come nelle migliori tradizioni musicali, Carey Willets (basso), Joel Pott (chitarra e voce), Steve Roberts (batteria) e Tim Wanstall (tastiere) si conoscono e formano la loro prima band da ragazzi; in seguito si disperdono in gruppi simil-Oasis, per riunire le forze all’inizio del 2000, decisi a trovare la loro strada; più di un anno dopo, il lungo lavoro di preparazione si concretizza nell’ep “Athlete” che li impone subito all’attenzione: “Westside”, primo singolo, diventa “Record of the Week” per Bbc Radio1; “You Got Style” – attenzione a questo titolo – entra nelle Top 40.
Segue doveroso collaudo sulla strada: aprono i concerti di Mansun, The Polyphonic Spree, Electric Soft Parade, Simian, concludendo l’annata con un solido contratto con la Parlophone; l’etichetta, per prima cosa, li affida alle cure di.Victor Van Vugt, già produttore di Nick Cave (e relativi Bad Seeds); quindi, scelta non comune nell’industria discografica, ai ragazzi viene lasciato il giusto tempo per lavorare e rifinire. Le registrazioni di “Vehicles” iniziano ben prima della fine del 2002 e si concludono quasi a metà 2003.
Il successo ripaga tutti, i quattro di Deptford per la tenacia e la fiducia in loro stessi; la Parlophone per l’investimento; la critica britannica, per l’opportunità di sprecare paragoni (nell’ordine: Super Furry Animals, Pavement, Beck, Fat Boy Slim, Beta Band, Pulp e Coldplay – ma a questi ultimi, oramai, si fanno risalire le radici di tutto quello che esce da un amplificatore) e predire che la gloriosa Union Jack tornerà a sventolare sull’orbe terracqueo. E’ dura, perdere certi riflessi.
In tutto questo, si rischia di perdere di vista il reale valore degli Athlete e di sopravvalutare per generosità o sottovalutare per pregiudizio il nuovo lavoro. In effetti, “Tourist” è il tipico secondo album di un gruppo alle prese con l’incredibile successo del primo; è capitato a molti, e una regola non scritta vuole che – in genere – il secondo prodotto sia meno riuscito del primo, pur senza tradire la qualità degli artisti. Ma va detto che nell’ambito di un pop-rock pulito senza essere troppo sofisticato e mosso senza mai essere inquietante (“agitato, non shakerato”, ricorda nulla?), i quattro sfoggiano un certo stile (“You Got Style”, appunto) e una consapevole leggiadria che incoraggiano ad attendere il terzo album, con il quale, dopo animali, veicoli e turisti, potrebbe essere il momento di piantare le tende.