Sabato 9 aprile, a Sesto San Giovanni, i fan italiani hanno dato addio al Rocky Horror Show. Molti erano truccati da “transilvani” e moltissimi erano provvisti del kit con l’occorrente (pistola ad acqua, giornali, carta igienica e riso) per poter partecipare allo spettacolo in ossequio al motto dello show: “Don’t dream it, be it”. L’attuale tour europeo, che si concluderà a Hannover il prossimo 27 agosto, sarà infatti l’ultimo per parecchio tempo. In Inghilterra, dove il “Rocky” era nato nel giugno del 1973, le rappresentazioni sono finite nel 2003, in occasione del trentennale dello spettacolo. L’autore, Richard O’Brien, sta ritirando i diritti di esecuzione del musical in tutto il mondo, apparentemente per lavorare a un seguito, di cui si parla da diversi anni, o a un rimaneggiamento dello show. In effetti il Rocky Horror mostra abbastanza chiaramente le sue origini anni settanta, ma regge ancora egregiamente la scena. Buona parte dei fan visti sabato non era ancora nata nel ’73 e non è raro incontrare a teatro madri appassionate che accompagnano le figlie adolescenti.
Forse è proprio questo passaggio di consegne generazionale dello show, con la conseguente metamorfosi a prodotto per famiglie, che non piace a O’Brien. La possibilità che un eventuale restyling funzioni è tutt’altro discorso. Quel che se ne sa è poco, dall’idea del sequel, con Janet che mette al mondo il figlio di Frank’n Further, a interviste in cui O’Brien dichiara di sentirsi un po’ la mamma di Marilyn Manson, da cui si sono tratti preoccupanti auspici su un futuribile cast. Si era parlato anche di un adattamento televisivo in cui Frank n’Further sarebbe stato un chirurgo plastico, invece di uno scienziato alieno. In effetti la frontiera odierna della trasgressione sembra proprio essere nel connubio tra sessualità e chirurgia plastica, come nella recente serie Nip/Tuck della Fox, che trova il suo apice nell’affascinante e ambiguo personaggio di Ava. Comunque sia, per vedere il musical in Italia ci sarà ancora un’ultima occasione il 20 agosto prossimo a Viareggio, poi rimarranno solo i dvd o le proiezioni della versione cinematografica del 1975, quel Rocky Horror Picture Show con Tim Curry e Susan Sarandon che a Milano il cinema Mexico mette ancora in cartellone ogni venerdì.