Per noi gli organizzatori della Fiera di prodotti e accessori per animali, organizzata a Bologna, se lo aspettavano. Non puoi pretendere di mettere un pastore tedesco in una lavatrice (che, se è per questo, è in grado anche di asciugarla, la bestiola) senza che nessuno protesti. E infatti ci ha giustamente pensato Daniela Guerra, consigliera verde dell’Emilia Romagna, a denunciarli ai veterinari della Asl. La faccenda ha acceso le luci su una manifestazione che – lo sentiamo – diventerà sempre più popolare. A Bologna si sono visti collari da faraone egizio, fionde per il lancio della pallina, acquari tanto “veri” da smorzare persino in Nemo e Branchia ogni proposito di fuga. La Fiera fa il paio con i risultati di una ricerca pubblicata pochi giorni fa dal Corriere della Sera secondo cui sono in forte ascesa, per cani e gatti, nomi tipo Ugo o Camilla. Ci piace pensare che il cane del no global sia – poniamo – Ernesto e quello del melomane Rigoletto. E non abbiamo nulla in contrario, ci mancherebbe. Solo che, nonostante il trend ormai irreversibile di umanizzazione delle bestie, per i lavaggi continuiamo a preferire un buon tubo di plastica. Per non dover entrare noi nella lavatrice e far spazio a Camilla nella vasca da bagno.