L’ intervista di Rocco Buttiglione alla Stampa di mercoledì 11 maggio si intitolava così: “Buttiglione: i cattolici che non si astengono o stupidi o traditori”. Riportiamo per intero il passaggio saliente: “Quando so che gran parte di coloro che sono a favore di questa legge si asterranno, dire alla gente di andare a votare ‘no’ significa invitarli a una battaglia perduta, con l’unico scopo di permettere a chi vuole abrogare la legge di riuscirci. Il voto per il ‘no’ è, in realtà, o un atto di stupidità o il cosciente tradimento del principio che si afferma di difendere”. Ecco fatto: da una parte chi vuole discutere del merito, affrontare il problema in modo razionale e risolverlo in modo democratico (cioè, alla fine della discussione razionale di cui sopra, andando alle urne e contando i voti); dall’altra chi vuole affermare il bene e la verità in ogni modo lecito (per fortuna, almeno per ora, i nostri mullah Omar non sembrano tentati dalle vie illecite). Le parole di Buttiglione sono solo la logica conseguenza di questo secondo approccio – o meglio: questo secondo approccio è l’unica premessa logica che spieghi le parole di Buttiglione – e proprio per questo non c’è nessuna ragione di limitarne la portata ai soli cattolici. Se si tratta di affermare in ogni modo lecito il bene e la verità, ne consegue che i tuoi avversari o rinnegano il primo (e pertanto sono dei traditori) o non hanno capito la seconda (e allora sono stupidi). Ed è per questo che lanciamo un appello a tutti coloro che hanno a cuore i principi fondamentali di una società liberale e pluralista, dove nessuno sia titolato a parlare in nome del bene e della verità. Il 12 e 13 giugno, stupidi e traditori di tutte le confessioni, unitevi!