Non so se Mercedes Bresso se ne sia resa conto, ma affermando che i gay pride sono assimilabili alle processioni non ha fatto un gran favore agli omosessuali. Le intenzioni del presidente del Piemonte, che ha concesso il patrocinio al Gay Pride di Torino del 2006, erano in realtà sinceramente libertarie e anticonformiste: “Che cos’altro è una processione se non una manifestazione pubblica di una forte identità di credenti? – ha dichiarato – Non vedo perché non debba succedere in campo sessuale”.
Una questione di credo dunque. Ma è una caratteristica delle credenze essere storicamente in movimento. Ciò che si crede oggi, magari dopodomani è superato. Ecco, se si equipara un omosessuale a un seguace di Anubi, si corre il rischio di sottintendere un equivoco: che una condizione di assoluta naturalezza – cioè esistente in Natura e dunque accettabile – possa essere superata, normalizzata. In una parola, guarita.