La Dea velata, dinanzi alla quale noi da entrambe le parti ci inginocchiamo, è la legge morale in noi, nella sua inviolabile maestà. Noi percepiamo certamente la sua voce, e intendiamo benissimo pure il suo comando; udendolo siamo però nel dubbio se esso provenga dall’uomo, oppure se provenga da un altro, la cui essenza è ignota all’uomo e che gli parla mediante questa sua ragione. Al fondo, forse, faremmo meglio a dispensarci addirittura da questa indagine, poiché essa è meramente specultiva e quel che (obiettivamente) ci spetta di fare è sempre la stessa cosa, quale che sia il principio posto a fondamento.
(Immanuel Kant, Di un tono di distinzione assunto di recente in filosofia)
a cura di Massimo Adinolfi