Berlinguer permettendo, ci siamo chiesti: ma insomma cos’è questa questione morale, ritornata così di moda? Uno: questione morale significa che i politici devono stare alla larga dal mondo economico poiché politica ed economia sono cose diverse. Sì, però che politico è un politico che non parla (in maniera produttiva per il paese) con gli imprenditori? Due: questione morale vuol dire – anche – che se uno intasca soldi con affari sporchi deve andare in galera. Giusto, ma per i delinquenti ci sono le leggi e i codici e dovrebbero bastare. Tre: questione morale vuol dire rigore e serietà. Insomma un politico (che parli in maniera produttiva per il paese con gli imprenditori e che non pigli tangenti) non deve – poniamo – aumentarsi lo stipendio da consigliere regionale, creare enti inutili per piazzarci se stesso o gli amici, affidare una consulenza a chi magari ha curato la sua campagna elettorale. Con apparati di partito ridotti all’osso ed ex addetti da impiegare, bisogna evitare di inventarsi fantomatici incarichi in marketing strategico, misteriosi uffici di promozione culturale, inutili istituti para-pubblici che distribuiscono stipendi e gettoni di presenza. Il più delle volte ai danni delle casse degli enti locali e dunque dei cittadini. Ecco, diciamo che (anche) questo non è morale.