Quando ci siamo innamorati del football americano c’era un tizio di nome Joe Montana che lanciava la palla ovale come fosse telecomandata. Attraversava l’aria come un missile e chiudeva il più delle volte la sua parabola fra le mani del ricevitore numero 80, un certo Jerry Rice. Il wide receiver e il lanciatore più grandi di tutti i tempi: non stupisce che i San Francisco 49ers, in quegli anni ottanta, fossero la squadra più forte e più bella da guardare. Joe Montana si è ritirato da lungo tempo, colpa di un gomito che ha iniziato a fare le bizze e del passare degli anni, che in uno sport fisico come il football americano non è mai una bella cosa. Jerry è andato avanti a macinare yard e a ricevere palloni prima a Oakland e poi a Seattle, fino a quando non ce l’ha fatta più. Il giorno dell’addio al football americano è arrivato due settimane fa, dopo l’ennesimo cambio di casacca nel tentativo di ritrovare, questa volta con i Denver Broncos, lo smalto di un tempo.
Dopo la scrematura del roster avvenuta in estate l’allenatore Mike Shanahan non ha potuto fare altro che comunicare a Jerry Rice che non sarebbe stato uno dei tre wide receiver titolari. Quarto, panchinaro. A quel punto Jerry ha capito che era davvero finita, che non sarebbe più stato all’altezza delle imprese passate e ha detto basta. Stiamo parlando di un giocatore che compirà quarantatré anni il prossimo ottobre, uno che a quaranta suonati – a Oakland – ha ricevuto passaggi per 1200 yard neanche fosse un ragazzino, uno che in venti anni di carriera nella Nfl ha stracciato qualunque record, uno che quando ci chiedono chi sia stato il più grande wide receiver di tutti i tempi, “Jerry Rice, che domande!”
Gli americani amano le statistiche, si sa, e Jerry Rice è primo in tutte quelle relative ai ricevitori: 1549 ricezioni, 22.895 yard su passaggio e 197 touchdown. I numeri sono però una cosa relativa di fronte a un giocatore che si è sempre spinto oltre i limiti, che giocava in allenamento come fosse stata una partita vera, che è andato avanti a correre quando altri più giovani avevano smesso da tempo. E’ uno su un milione, di quelli che vengono definiti “leggenda”, come Joe DiMaggio lo è stato per il baseball. Jerry Rice ha infine appeso il casco al chiodo: non lo vedremo più sui campi da gioco a inventare ricezioni impossibili. Il testimone passa ora ai suoi eredi designati: Randy Moss e Terrell Owens, che già tremano alla sola idea di doversi confrontare con il mito. Di tutte le storie che si raccontano su Jerry Rice la più emozionante è quella relativa al suo esordio nella Nfl, contro (guarda le coincidenze) i Denver Broncos. Da solo in end zone, bersaglio perfetto per il lancio teleguidato di Montana, Rice lascia cadere a terra una palla con sopra scritto “la più facile del mondo”. I tifosi dei 49ers lo ricoprono di fischi e di insulti, roba da ammazzare un toro. Jerry torna indietro a testa bassa e nel momento in cui potrebbe crollare e non diventare mai “il più grande wide receiver di tutti i tempi”, Joe Montana gli dà un buffetto: “Lascia perdere, Jerry, prenderai la prossima”.