Quando Mentana ha dichiarato che la sua Serie A avrebbe avuto un taglio strettamente giornalistico, che le partite sarebbero state messe in primo piano, avremmo dovuto capire cosa ci aspettava. Ci aspettava una trasmissione di calcio talmente uguale a tutte le altre che si fa fatica a distinguerla. Ogni traccia di Bonolis è stata accuratamente eliminata (a parte le inesorabili interruzioni pubblicitarie) e perfino la scenografia dello studio è totalmente cambiata. Per non disturbare la sacralità della domenica calcistica devono aver pensato che era meglio non distrarre il telespettatore con fronzoli inutili e limitare al minimo il rischio che si accorgesse di aver cambiato canale con il telecomando. Mentana ha imparato la lezione da Bonolis: se ne sta buono al suo posto, dietro al banco, lancia le partite e la pubblicità con ritmo impeccabile. Non si concede neanche una delle battute con cui si diletta a Matrix. Si impegna talmente tanto che nei primi cinque minuti sembra tornato al Tg5, che quasi stavamo per commuoverci un po’ anche noi. Giusto il tempo di capire che il taglio strettamente calcistico prevedeva una bella dose di polemiche post partita, quelle – per intenderci – che non fanno bene al calcio, ma ai programmi calcistici fanno benissimo. E poiché in questo senso il campionato non lesina di certo aiuti, ecco servito su un piatto d’argento il gol annullato in Fiorentina-Milan, peccato solo che i due superospiti convocati per il siparietto polemico di rito (Della Valle e Galliani) non abbiano dato la dovuta collaborazione. D’altra parte erano troppo presi dai loro problemi per preoccuparsi anche di quelli di Serie A. Ma Mentana e i suoi non si sono fatti scoraggiare, sanno bene che l’uso spregiudicato della moviola dà sempre ottimi risultati. E forti di questa consapevolezza sono andati avanti per la stessa lunghissima ora e mezza dell’era Bonolis grazie alla moviola di Matteo Dotto, presentazioni veloci e aggressive, servizi delle partite uno dietro l’altro, voti ai giocatori: insomma una specie di Controcampo senza senza Mosca e Mughini. Nel cambio, in effetti, ci abbiamo guadagnato.