Salvo clamorosi colpi di scena, Max Biaggi non sarà in sella a una moto nel prossimo mondiale delle due ruote. Dopo essere stato appiedato dalla Honda, stanca delle intemperanze del campione romano, negli ultimi giorni è saltata anche la possibilità di un accordo con la Kawasaki. Questo mentre tutte le altre scuderie hanno ormai fatto da tempo le proprie scelte e sono a ranghi completi.
Max Biaggi ha un gruppo di devoti fan che lo appoggiano con spirito gesuita, ed è serenamente detestato da tutti gli altri. Tra i fan possiamo certamente annoverare il senatore Scalera, della Margherita, che ha presentato un’interrogazione parlamentare per “tutelare una risorsa del Paese” e per sapere “quali provvedimenti si intendono adottare nei confronti della società giapponese (la Honda, ndr), il cui comportamento colpisce un rappresentante dello sport italiano”. Gli altri, quelli a cui Biaggi non è simpatico, sono invece convinti che stia semplicemente raccogliendo ora quanto ha seminato negli anni.
Le ragioni di tanto odio sono nello spigoloso carattere del pilota romano, e nella sua costante propensione a lamentarsi di chi gli fornisce moto e materiali quando le cose vanno male. L’affermazione “ho il chattering” – un problema di stabilità dell’avantreno della moto – che Biaggi periodicamente usa per giustificare una cattiva prestazione, è diventata un tormentone e una barzelletta presso gli amanti delle due ruote. Su una cosa però sono tutti d’accordo, l’esclusione di Biaggi dal prossimo motomondiale non è dovuta a motivi tecnici. Al termine della stagione meno brillante da quando è in MotoGp, Biaggi si è comunque piazzato al quinto posto, i piloti che possono stargli davanti si contano sulle dita di una mano, e trentaquattro anni sono un’età non verdissima ma certo nemmeno da pensione quando la voglia di correre c’è ancora.
Per quanto sia – come Fonzie di Happy Days – incapace di dire “ho sbagliato”, Max Biaggi è uno che i numeri per stare in MotoGp ce li ha senza ombra di dubbio. Che non riesca a trovare una moto nonostante questo, e nonostante uno sponsor in grado di portargli in dote dieci milioni di dollari, è semplicemente assurdo. Mancherà a tutti, specialmente a chi lo detesta.