Left Wing non poteva compiere i primi cento numeri in un momento migliore, mentre la lista dell’Ulivo apre a Roma la sua campagna elettorale. Buona parte dei nostri due anni di vita l’abbiamo passata a perorare la causa della lista unitaria e del partito riformista, che è poi l’unica ragione per cui siamo nati. Per questo motivo gli auguri siamo noi che li facciamo a lui, a quel nuovo partito in gestazione ormai da più di due anni eppure ancora così lontano dal vedere la luce.
Negli ultimi tempi, dopo il potente rilancio venuto dalle primarie, il processo è tornato a farsi terribilmente farraginoso. Né si può dire che la formazione delle liste da parte di Ds e Margherita abbia segnato decisivi passi in avanti. I gruppi dirigenti dell’Ulivo – Prodi compreso – a tutto sembrano aver pensato meno che alla costruzione del nuovo partito. Ancora una volta saranno gli elettori a tagliare il nodo. Preoccupati di rimanere con il pezzo di corda più corto in mano rispetto ai propri rivali interni, tanti illustri dirigenti hanno finito per legarsela al collo. E noi speriamo con tutto il cuore che all’indomani del voto possano tirare tutti un sospiro di sollievo.
C’è un’intero gruppo dirigente, da Prodi a Fassino a D’Alema, che a questo progetto ha legato le proprie sorti e quelle dell’intera coalizione. E c’è un gruppo dirigente parallelo, o aspirante tale, che ha legato le proprie prospettive personali al fallimento di tale progetto. Fino a oggi, nonostante i continui tentativi di sabotaggio, abbiamo ripetutamente scommesso sul fatto che la lista unitaria si sarebbe presentata, che il processo fosse ormai divenuto irreversibile e che avrebbe infine condotto alla nascita di un nuovo partito. Fino a oggi, anche quando la rottura tra Ds e Margherita sembrava irrecuperabile, abbiamo sempre puntato sulla necessità storica dell’unità. Fino a oggi, nonostante tutto, ci abbiamo sempre preso. Ci auguriamo pertanto altri cento di questi giorni. Ma non di più, per carità.