Qua non ce l’abbiamo con chi sforna gli instant book. Piuttosto, ai giornalisti che approfondiscono gli argomenti di attualità dovrebbe essere eretto un monumento. Perché scrivere di banche o emergenza aviaria non è solo sfruttamento della cronaca ad usum pecuniae. E’ – prima e soprattutto – un servizio per il popolo che vuole chiarirsi le idee. Ralf Dahrendorf sostiene che la democrazia non può prescindere dal “dibattito informato” nella sfera pubblica. Quindi va santificato chi spinge i cittadini alla cognizione di causa. Il caso di Claudio Rinaldi, che in piena campagna elettorale fa uscire I sinistrati, è però più complicato. L’ex direttore dell’Espresso, appartenente alla sinistra creativa di mezza età, dice, a pochi giorni dalle politiche, che Fassino, D’Alema e i “funzionari di partito” (che i creativi – si sa – detestano) hanno commesso errori madornali. I sinistrati è più di un instant book, è un libro da leggere addirittura dopo il 10 aprile, nel caso improbabile di una sconfitta del centrosinistra. Insomma, stavolta l’intellighenzia sessantottarda si è superata: pur di riaffermare il proprio pregiudizio antipiccì sta lavorando per la vittoria di Berlusconi.