L’ intento di Unscripted, in onda ogni giovedì su Jimmy, è chiaro fin dal titolo: non esiste un vero e proprio script (copione), di conseguenza i tre protagonisti recitano a braccio. L’impresa non è difficile come sembra, visto che non fanno altro che interpretare se stessi, ossia tre giovani attori in cerca dell’occasione giusta per sfondare a Hollywood. Più che un telefilm è uno strano esperimento. Non sorprende quindi che a produrlo sia la strana coppia George Clooney e Steven Soderbergh, che si era già cimentata nel singolare tentativo a sfondo politico di “K-Street”.
L’idea sembrava promettente, ma sono bastati pochi minuti per capire che i dialoghi sarebbe stato meglio scriverli. La serie rischia di assomigliare a quei reality americani in onda su Mtv, in cui i protagonisti non fanno altro che parlarsi addosso. Succede però che tra una scena di noiosissima vita reale e l’altra spuntino spesso i provini dei ragazzi, girati in vere case di produzione e negli studi dei telefilm che vediamo abitualmente in tv. Catapultati sul set di ER, per esempio, ci si ritrova divertiti a seguire l’amato Carter interagire con il giovane Brian, che ha ottenuto una piccola parte nello show. L’effetto “dietro le quinte” varrebbe forse il prezzo del biglietto, se non fosse per quelle stucchevoli lezioni di recitazione che i tre attori prendono ogni sera. Un severo insegnante in stile Actors Studio, interpretato da Frank Langella, si esibisce in lunghi monologhi sull’arte della recitazione. Ma quello che più disturba è il mal celato fine educativo, senza il quale la serie risulterebbe forse meno impegnata ma assai più leggera e gradevole. In questo il telefilm condivide in un certo senso – e certo non a caso – la stessa sorte a cui sembra condannato il suo creatore, George Clooney. Deciso a dimostrare, un film impegnato dopo l’altro, di non essere solo l’uomo più sexy del mondo. Speriamo che almeno l’oscar riesca a fargli passare questa fissazione.