A Montreal (e in Quebec), la scena è influenzata parecchio dallo stile musicale europeo e americano. In questo modo, si crea una miscela di melodico, brutale e progressive. Si può trovare qualsiasi stile di metal, in Montreal. Penso sia tempo di riconoscere quella di Montreal come una grande scena”.
E’ quasi automatico identificare la scena musicale canadese con “mostri sacri” affermati e conosciuti in tutto il mondo, Neil Young e Ted Nugent per primi; ovviamente, questo limita di molto il discorso, andando a riseppellire nelle sterminate foreste (fitte e orgogliose al pari di quelle del nord Europa: forse la relazione tra metallo e natura primordiale è meno casuale di quanto si dica?) quanto da tempo cerca di uscirne e diffondersi anche oltre il continente nordamericano.
I Neuraxis sono di Montreal e suonano dal 1994; dopo un lungo periodo di rodaggio, incidono il primo full-lenght nel 1996, “Imagery”, d’ispirazione death/grind. La presenza di alcune aperture melodiche è il prologo alla futura direzione del loro stile, già più personale nel lavoro successivo, “A Passage Into Forlon”: non viene meno l’intento di annichilire il sistema nervoso dell’ascoltatore ma l’impasto sonoro è corposo, accarezza prima di stordire. Con lo stesso ingegnere del suono (Yannick St-Amand) registrano l’opus nr.3, “Truth Beyond…” (2002). Ormai conosciuti a livello locale – anche se meno acclamati dei colleghi di suono Cryptopsy, Gorguts e Cephalic Carnage – raggiungono la distribuzione in Europa e Asia. Il buon riscontro ottenuto favorisce la distribuzione in un’unico cd dei primi tre lavori, quale aperitivo per l’uscita, nello scorso settembre, del quarto. “Trilateral Progression” conferma quanto di buono la band ha saputo esprimere sin qui, a cominciare da un death fedele ai canoni ma non privo di stile proprio, rappresentato da quell’efficace, appena percettibile lavoro di “smussatura” degli angoli che nulla toglie in ferocia e abrasività. Dopo alcuni avvicendamenti, la formazione si è stabilizzata attorno al fondatore Yan Thiel (voce, dotato di un “growl” inquietante e in organico anche con i Thorn Within) con Robin Milley (chitarre; insieme a Thiel nei TW), Ian Campbell (basso) e Tommy McKinnon (batteria, già con i Jester; notevole il suo lavoro in “Trilateral Progression”, per lui primo album con i Neuraxis). Orgogliosi della propria identità – è di Thiel la dichiarazione riportata in apertura – conferiscono una riconoscibile impronta canadese a un sound rispettoso delle espressioni nordiche e americane; interessante la tavolozza di riferimenti e ispirazioni dichiarata dall’attuale line-up: Carcass e Death in testa, passando per Led Zeppelin ed Iron Maiden senza dimenticare Bach, Paganini, Paco De Lucia e Max Roach. Un pluralismo musicale che fa sperare per il futuro in una maggiore apertura della proposta, occasione che i Neuraxis, alla vigilia di un nuovo tour mondiale e di una notorietà proporzionata al merito, non devono assolutamente sprecare. In caso contrario, rimarrebbero confinati nel novero dei gruppi “interessanti” – e nulla più.
Il rischio è quello del lavoro di scuola, con brani che – al di là delle energiche interpretazioni dei singoli – tendono ad assomigliarsi tra loro; rischio già presente in “Trilateral” dove “Thought Adjuster”, “A Curative Struggle”, “Chambers Of Guardians” e la conclusiva “The Apex” (con tanto di finale sinfonico) offrono momenti di spicco proprio in virtù di un più variegato monolitismo, se così si può dire.