Cara Left Wing – Su queste pagine settimana scorsa Serena La Rosa si è diffusa da par suo sul tema “calcio e vita sessuale della coppia etero italiana”. Ho trovato il suo pezzo irresistibile come di consueto, ma anche insopportabilmente ideologico. Perché molte donne hanno ‘sto vizio assurdo di ragionare kierkegaardianamente per aut-aut (nella fattispecie trattavasi di pompino vs. visione televisiva del calcio) e non, hegelianamente e più ragionevolmente, per et-et? Non c’è forse, come già ammoniva il Qoèlet, un tempo per ogni cosa? Ma santo cielo, da dove salta fuori quell’eticuzza da nietzscheana Wille zur Macht secondo la quale il pompino, stolidamente deprivato della sua sublime natura di afflato erotico per chi lo fa e per chi lo riceve, si trasforma in simbolo di potere, in un letterale “prendere il maschio per le palle”, tanto da dover essere prodotto, con studio e, immagino, sforzo (e già questo basterebbe a gettare su tutta l’idea il velo dell’insensatezza) nell’intervallo della partita o, addirittura, all’inizio del secondo tempo supplementare? Di che cosa hanno paura le donne, e La Rosa segnatamente? Semplicemente, mondi dove l’alternativa pompino-calcio esista realmente non si danno entro quella piega dello spazio-tempo altresì nota come universo. Se proprio serve a gratificare l’amor proprio delle nostre ragazze, credo tutti noi, irrimediabilmente romantici e di loro innamorati, saremmo persino disposti a firmare documenti in cui dichiariamo che sì, qualora l’anomalia quantica si verificasse, opteremmo per loro e per il pompino, e lasceremmo il calcio e i supplementari ai loro destini. Ma sarebbe letteratura, non realtà. Insomma e per concludere: perché l’idea più ovvia (PRIMA la partita POI il pompino e tutto il resto; ma anche – se proprio non riuscite a leggere “prima” e “dopo” come mere indicazioni cronologiche e non già assiologiche – PRIMA il pompino e POI la partita; o anche – guardate un po’ che arrivo a dire – il pompino AL POSTO DELLA partita, qualora la cosa venga fuori da sé, semplicemente, per naturale e bellissima foia e senza calcolo) non sembra anche a voi un convincente modus vivendi che potrebbe regalare a tutti – uomini e donne – un po’ di placida felicità?
Marco Beccaria