Capita che i risvolti più comici e dissacranti della vita vengano fuori nei momenti di profonda prostrazione fisica e morale. Questo almeno è quel che devono aver pensato nel realizzare The Office, il telefilm che andrà in onda ogni lunedì su Fox. Remake americano dell’omonima serie inglese, non ne ha conservato solo la struttura, ma anche un certo stile british. Tutto si svolge, con il pretesto di girare un documentario, all’interno di un ufficio triste e un po’ angusto. Il resto della trama non dovrebbe richiedere un grosso sforzo d’immaginazione. Un lavoro talmente noioso che deprimerebbe un rinoceronte. Una segretaria insicura ma carina, con la quale non c’è mai abbastanza tempo per parlare. Un vicino di scrivania letteralmente posseduto da insopportabili manie. E una serie infinita di situazioni imbarazzanti a cui quotidianamente si è costretti ad assistere con il solo ausilio di un sorriso di circostanza. Ce ne sarebbe abbastanza per far venire un attacco di gastrite a chiunque. Eppure, attorno a tutto questo, sono riusciti a costruire una commedia. E saranno pure risate un po’ amare, ma si ride davvero. Si ride soprattutto per merito del protagonista principale, Steve Carell, che per il ruolo del capoufficio ha vinto un Golden Globe. Sono infatti le sgradevoli performance comiche del grande capo, a beneficio dei colleghi, a trasformare la routine impiegatizia in un autentico supplizio. Il torturatore è convinto di essere molto spiritoso e amatissimo dai suoi impiegati. Mai una volta è sfiorato dal benché minimo dubbio; nemmeno quando gli viene chiaramente fatto capire che qualcuno si è lamentato per i suoi commenti razzisti. E’ proprio questa sua totale mancanza di legame con la realtà a renderlo grottesco e irresistibile. E a fare del suo rapporto con i colleghi una via di mezzo tra la candid camera e una puntata di Mr. Bean.