Alle 6.15 di domenica su Macchianera, uno dei siti più cliccati dalla sinistra internettiana, c’era un proclama pro-astensione del padrone di casa. “Tu non puoi mettere sullo stesso piano cadere in un pozzo pieno di letame (Berlusconi, ndr) col pestare una merda (Prodi, ndr)”, scriveva Gianluca Neri. Dacia sul suo blog rispondeva a brutto muso mettendola sul piano storico-sociologico: “Quest’aristocrazia virtuale ricorda i cenacoli feltrinelliani, quelli dove il Pci veniva chiamato pissiai”. Insomma, i bloggher (alcuni) sono davvero questo Partito d’Azione post litteram, geloso della propria natura di “partito dei sofisticati” e della propria intelligente diversità? Sia chiaro, astenersi è sempre legittimo e va dato atto a Neri di essere coerente con un’impostazione della politica – diremmo così – molto nobile e incantata. Non è legittima invece un’altra posizione espressa da un’altra ala del “partito dei sofisticati”. Quelli cioè che si sono schierati per l’Unione, ma che fino all’ultimo – anche a urne aperte – non hanno rinunciato a dimostrare di saperla più lunga degli altri dicendo a destra e a manca che il naso che si turavano loro era più naso di quello degli altri. Ecco, diciamo che questo atteggiamento è nel migliore dei casi infantilismo, nel peggiore spocchia cerchiobottista. E il Partito d’Azione non c’entra nulla.