Chi ha detto che i reality show non rappresentano la realtà? Saranno pure universi costruiti ad arte da un manipolo di sceneggiatori che aggiungono e tolgono pedine a loro piacimento, ma finiscono immancabilmente per riprodurre dinamiche che andrebbero studiate nelle facoltà di sociologia. Prendi un gruppo di persone, chiudilo in una casa, una fattoria o una beauty farm, aspetta un paio di giorni e ne avrai la prova. La bagnina sedotta e abbandonata del Grande Fratello 1 è stato solo il primo e il più banale dei molti stereotipi che da allora abbiamo visto passare sotto i nostri occhi. Ma certo non avremmo mai pensato di arrivare a rivedere nelle parole di una ex letterina, concorrente della Fattoria, lo sfogo di uno dei più famosi scrittori del momento. Perché quando sabato sera Alessia Fabiani si è scagliata contro Selvaggia Lucarelli, colpevole assieme a Clemente Pernarella di averla trattata con sufficienza, non degnandola nemmeno di un aperto confronto e limitandosi invece a stroncarla con due battute spocchiose, ci è sembrato di ritrovarci all’improvviso sulle pagine di Repubblica, dalle quali qualche settimana fa Alessandro Baricco lanciava un’accusa del tutto simile a due noti critici letterari. Malgrado la povera Fabiani non riuscisse proprio a spiegarsi, in preda a una sindrome da prima donna mancata con tono lagnoso da scuola media (coadiuvata in questo dall’impegno della mamma, perché se “tempi delle medie” deve essere che lo sia fino in fondo), il punto dolente della questione rimaneva l’atteggiamento snob di un’élite di “intellettuali” che si è costituita all’interno della Fattoria (nella quale per la cronaca si annoverano anche Justine Mattera e Angela Cavagna). La faccenda potrebbe sembrare di poca importanza, ma non bisogna farsi sviare dalla situazione contingente. Per lo stesso incontestabile principio rivendicato dalla Fabiani contro gli intellettuali Selvaggia e Clemente (“due mandarini della nostra cultura”, avrebbe detto Baricco) poco tempo fa si è schierato sui giornali il fior fiore del nostro establishment culturale. Non penseremo mica che la dignità di soubrette della Fabiani valga meno di quella di scrittore di Baricco? Ma se all’epoca dello sfogo baricchiano poteva apparire straniante che fosse proprio lui – il brillante scrittore coccolato da tutti i giornali di sinistra del paese – a patire l’ironica indifferenza di altri intellettuali, adesso è finalmente tutto chiaro. Non c’è pace per nessuno: quale che sia la tua posizione in questo universo, esisterà sempre un gruppo di intellettuali più intellettuali di te, che si sentirà in diritto di prenderti allegramente per il culo.