Tante volte, a proposito dell’indegno spettacolo offerto da tutti i principali quotidiani da oltre un anno a questa parte, abbiamo parlato di gogna. Non ci sembra di avere esagerato, vedendo le prime dieci o quindici pagine dei giornali ormai sistematicamente occupate da intercettazioni e verbali di interrogatorio di ogni genere. Poi, naturalmente, si può discutere di tutto. Mai però ci sarebbe venuto in mente di dovere spiegare perché la gogna è una cosa brutta, perché il Medioevo non è passato alla storia come l’epoca d’oro della civiltà giuridica, perché compito dei magistrati non è accertare la moralità dei cittadini e nel caso sputtanarli pubblicamente, ma solo e soltanto accertare e reprimere eventuali reati. Sbagliavamo. Evidentemente siamo anche noi tra le “anime belle che esprimono indignazione per le intercettazioni pubblicate sui giornali”, contro le quali si scaglia Gad Lerner sull’ultimo numero di Vanity Fair, con il consueto coraggio civile. E aggiungendo testualmente: “Dubito che la magistratura possa dimostrare alcuna rilevanza penale in questi traffici, ma sono ugualmente lieto dello sputtanamento pubblico occorso ad alcuni, troppo pochi, dei suoi protagonisti”. Per parte nostra, dubitiamo della rilevanza pubblica delle opinioni di Lerner, ma siamo ugualmente lieti del fatto che alla pubblicazione di simili riflessioni abbia provveduto egli stesso.