In questi tempi di probabile sesso sui divani, qualcuno si ricorda di quel professore di diritto agrario accusato di violenze da alcune allieve – ormai due anni fa – e poi assolto perché il fatto non sussisteva? Sì, consumazione ci fu, ma le giovani non furono per nulla costrette. Paradossalmente fu l’alto concetto di sé a salvarlo. Avendo filmato la proprie gesta erotiche (altro che intercettazioni!), dimostrò – come poi disse – che lui aveva agito da dongiovanni libertino. In realtà il sacro fuoco che lo animava non sembrava quello di una battaglia civile contro il perbenismo. Ma non è questo il punto, bensì il fatto che la gestione di un potere, seppur minimo, può amplificare alcune pulsioni in sé del tutto legittime. Credo che, per quanto galante, quel professore avrebbe avuto percentuali sensibilmente minori di riuscita se non si fosse affacciato dallo strapuntino di una cattedra. E credo anche che quelle studentesse avrebbero potuto benissimo mandarlo a spigolare. Il problema è che, messe in questi termini, gran parte delle faccende di cui tanto si parla oggi (c’è stata fornicazione o goliardia? E dove?) perderebbero tutto il loro fascino. E i giornali sarebbero costretti a smettere di vendere i posti in piedi dietro le persiane.