A proposito di un articolo di un anno fa

Cara Left Wing – Ho letto solo oggi e per caso l’articolo datato 4 luglio 2005 di Marta De Cinti intitolato “Finale e tradimento di Friends”. Probabilmente non ve ne importa niente ma vorrei dare un punto di vista differente dell’analisi fatta. Non so quanto Marta De Cinti abbia visto della serie. Io l’ho seguita tutta; posso dire di essere una vera fan. Per questo mi sento di offrire un nuovo spunto di lettura. I sei personaggi sono facilmente identificabili per lo spettatore; non sono bellissimi, il loro look non è ricercato ma piuttosto casual, i loro appartamenti non sono enormi, arredati semplicemente, spesso in disordine. Hanno un lavoro, responsabilità, conti da pagare, insomma i problemi che abbiamo tutti. E’ vero, come dice l’articolista, vengono quasi tutti da famiglie disastrate o comunque che non sono punti di riferimento. Però le sognano tutti le famiglie da favola. Da Monica che dalle prime puntate appare come una donna di famiglia, che adora cucinare e pulire per rendere accogliente una casa, per allevare figli a Ross che diventa padre e quindi responsabile. Nei dieci anni a tutti e sei è accaduto di tutto, dai problemi personali, ai lutti, a problemi sul lavoro. Ma sono maturati, non sono rimasti gli stessi. Rachel ad esempio da ragazza viziata attaccata al denaro e alle futilità ha trovato un lavoro, ha fatto gavetta, è partita dal basso per risalire la china, è diventata madre, ha avuto un’evoluzione. Chandler ha capito che vuole una relazione con una donna e che non deve avere paura quando è innamorato, Phoebe ha capito cosa vuole, una vita normale al contrario di quella che ha sempre vissuto. Il finale non è deludente, l’happy end è la conclusione di una crescita dei sei personaggi. Probabilmente se a quarant’anni avessimo visto Joey e Chandler scherzare sulle relazioni come nelle prime serie avremmo creduto di trovarci di fronte a dei falliti. E’ proprio il finale che insegna qualcosa, che dà un sogno in cui sperare. New York non è scelta a caso in questo: New York è il simbolo del sogno, del coronamento dei desideri, delle aspettative realizzabili. Con questo non voglio certo sminuire l’articolo, ma solo spiegare da fan quale sono, le mete della sit-com.
Manuela Giacosa