Da un punto di vista squisitamente occidental-democratico ci sono argomenti sacrosanti nell’impostazione garantista che alcuni adottano per la faccenda Moggi. Innanzitutto le intercettazioni, che non devi utilizzare come gogna mediatica per celebrare i processi sulla pubblica piazza prima che nelle aule di tribunale. E poi il processo. Alla difesa deve essere permesso di svolgere il proprio mestiere e l’imputato non deve avere la sensazione che la sentenza sia stata scritta prima del dibattimento. Il giudice deve seguire procedure fisse, sull’accusa deve ricadere l’onere della prova e, infine, se una prova non prova un fico secco, allora tante scuse a tutti.
Non mi pare un argomento all’altezza degli altri sostenere invece che, siccome gli juventini ci hanno portato alla finale in Germania, allora il teorema accusatorio è sballato (ma immagino che ora che il mondiale lo abbiamo vinto l’argomento sarà ripreso alla grande). Non è una prova logicamente dirimente e in aula le prestazioni immense di Cannavaro, Zambrotta e Buffon, ammesso che fossero prese in considerazione, conterebbero il fico secco di cui sopra. Primo perché non tutta la nazionale è composta da juventini, secondo perché se ci avesse buttato fuori l’Australia – e nel calcio si sa quanto contino gli episodi – allora come l’avremmo messa? L’accusa avrebbe potuto utilizzarla come prova di colpevolezza?