Cara Left Wing – Il processo politico e culturale che ci porterà al Partito democratico deve dare un forte segnale di vicinanza alle scelte di governo e di cambiamento e per quanto possibile deve cercare di condizionarle. Le affermazioni di Violante che, per rispondere a Mussi, ha dichiarato che ancora nulla è deciso sul Partito democratico è il segnale di una forte (o falsa) titubanza nelle correnti di maggioranza interne dei partiti. Se non ci sono obiettivi e mete definite e concordate (dal basso) è impensabile navigare a vista, il riformismo ha bisogno, per essere attuato, di progetti e strategie ponderate e a lungo raggio: lavorare da oggi per avere frutti duraturi e concreti domani. Per questo mi e vi chiedo: appaiono i referenti di oggi (Ds, Margherita, Prodiani, Mre e chi altro ancora…) come dei “capi” che hanno già deciso tempi e modi (regole, tesseramenti, congressi, quote interne e divisioni di potere) e rendono noto agli altri le loro deliberazioni, o come dei “leader” capaci di trainare gli iscritti dei singoli partiti e chi ancora non milita nelle formazioni separate nella politica di domani? Non serve una reductio ad unum, ma una nuova formazione che riesca a riavvicinare i partiti al paese e che non distrugga ma integri le identità politiche esistenti.
Luigi Bartone