I migliori analisti politici in circolazione sono gli sceneggiatori di Beautiful. Lavorando con gli stessi personaggi da oltre un decennio, gli spin doctor della soap opera riescono a disegnare casi di scuola di stupefacente interesse. Prendiamo il caso più recente che, per comodità, chiameremo “il secondo governo Taylor”. In realtà i ministeri Taylor – ovvero le volte in cui la psicologa aziendale della Forrester si è accoppiata con Ridge – sono molti di più. Un conteggio accurato metterebbe a dura prova la più assidua delle casalinghe, ma quello attuale è il primo dopo il ritorno del suo personaggio.
Riassunto delle puntate precedenti: Ridge sembra essere saldamente accoppiato con Brooke, quando la precedente moglie, creduta morta – Taylor appunto – ricompare (in un cimitero, circonfusa di luce, quando si dice il senso dello spettacolo). I poteri forti – Stephanie, la madre di Ridge – gongolano. Hanno sempre osteggiato Brooke, self made woman e arrampicatrice sociale poco malleabile, e spingono immediatamente per una crisi matrimoniale. Brooke gioca la partita da par suo. Approfittando dello status di moglie in carica pretende di incontrare Ridge nell’alcova ogni volta che vuole, facendo così saltare il complesso meccanismo di par condicio del talamo faticosamente concordato tra le parti. Alla fine però, grazie anche al provvidenziale aiuto dei poteri forti (Stephanie finge un infarto, e usa le sue condizioni di salute per esercitare una energica moral suasion sul figlio), Taylor vince la contesa, con un programma che potremmo definire “la santità al governo”. A nulla vale il disperato tentativo di Brooke di rovesciare l’esito, chiedendo il riconteggio della prole.
Fin qui lo scenario sembra già abbastanza familiare, ma veniamo alle puntate recenti. Come è noto vincere le elezioni è una cosa, ma governare è tutt’altra, e la luna di miele tra Taylor e Ridge non dura a lungo. Nella puntata di venerdì, Taylor ha confessato di sentirsi trascurata dal marito, e conseguentemente di avere avuto tentazioni impure verso un altro uomo, rivendicando il diritto di essere trattata come una donna, non come una santa. Il Ridge è rimasto sconcertato: la rivendicazione è del tutto inaccettabile, un grave segno di immaturità politica. La piattaforma programmatica era chiara: la santità al governo. Se avesse voluto una donna, spiega, si sarebbe tenuto Brooke che, lascia intendere, aveva dalla sua migliori e più convincenti argomenti. Questo cambiamento di linea non concordato da parte della moglie rischia dunque di aprire una crisi al buio, sostiene Ridge, che subito dopo lascia gli appartamenti della consorte.
Al momento non sappiamo quale sarà l’esito della crisi, ma possiamo comprendere lo stato d’animo di Ridge: ha votato per un programma di pace coniugale, e ora si trova a dover gestire una maggioranza sexy.