Ideologi senza ideologie

Cara Left Wing – “Telecom è strategica per le infrastrutture che possiede: che un governo se ne occupi e preoccupi non solo è normale, ma doveroso”. Questo non sta scritto su Lotta Comunista, ma sul Foglio e lo dice Enrico Cisnetto. Che dice pure: “Non si tratta di rifare l’Iri, né di pulsioni dirigiste, ma di semplice politica industriale”. La Rete delle reti la “possono fare i privati? S’accomodino, declinando però i loro nomi e soprattutto spiegando con quali soldi agirebbero”. E qui siamo arrivati al “mitico mercato” e al “capitalismo senza capitali che dal dopoguerra fino alla fine degli anni ‘80 ha vissuto di sussidi pubblici, protezionismo, svalutazioni competitive” e che adesso è un “capitalismo senza idee” (è Cisnetto che si esprime così, mica noi). “Ho l’impressione che il fuoco di sbarramento – penso al fondo di Giavazzi, e più autorevolmente all’intervista di Mario Monti – sia partito da un armamentario ideologico: privato è meglio di pubblico (per definizione)”. E Montezemolo? No, dico, dalla Cina non si era fatto scappare l’occasione e aveva detto più o meno le stesse cose. Perché, se Monti e Giavazzi sono gli ideologi, lui – come economista e manager di lunghissimo corso – è l’ideologia in persona.
Massimo Sorci