Chi eccede nell’essere ardimentoso nelle cose temibili è temerario. Ed è opinione corrente che il temerario è anche millantatore ed incline a far ostentazione di coraggio. Il fatto è che questi vuol apparire come il coraggioso si comporta riguardo alle cose che danno spavento: e pertanto, nelle circostanze in cui può, lo imita. Per questo, la maggior parte di loro è costituita da vili che fanno i coraggiosi. Infatti fanno gli audaci in queste circostanze, ma non affrontano a piè fermo le cose che fanno veramente paura […]. Le stesse cose costituiscono dunque il dominio del vile del temerario e del coraggioso; ma essi si comportano diversamente in relazione ad esse: i primi infatti eccedono e difettano, quest’ultimo invece tiene la via di mezzo ed agisce come si deve. Inoltre i temerari sono impazienti e pieni di voglia davanti al pericolo, ma quando si trovano in mezzo ad essi si fanno indietro; i coraggiosi invece sono risoluti nelle azioni, e prima sono calmi.
(Aristotele, Etica Nicomachea)
a cura di Massimo Adinolfi