In “School of Rock”, il professor Jack Black trasformava gli ingessati studenti di una scuola dell’America bene in piccoli emuli di Led Zeppelin, Who e Iron Maiden. Il ruolo del fanatico del rock non era però nuovo all’attore di “Alta fedeltà” e di “King Kong”: è infatti anche leader dei Tenacious D, duo comico-musicale impostosi sulle scene statunitensi a partire dagli ultimi anni Novanta.
Il loro debutto risale al 1994: Black e il chitarrista Kyle Gass, conosciutisi anni prima in una compagnia teatrale, esordiscono in un locale di Los Angeles con “Tribute”, pezzo in cui asseriscono di aver composto la miglior canzone del mondo, di averla addirittura utilizzata per sconfiggere un demone, ma di essersela sfortunatamente dimenticata e di poterle quindi tributare solo un omaggio. I due, pur non avendo il fisique du rôle degli eroi del metal (essendo ben in carne e con capigliature tutt’altro che fluenti), attingono a piene mani dall’immaginario del genere e dai suoi riferimenti fantastico-satanici, aggiungendovi una fortissima vena di umorismo surreale, di irriverenza sessuale e di pura e semplice idiozia. La miscela funziona: dopo varie fortunate apparizioni televisive, nel 1999 i Tenacious D girano una serie di sei special televisivi per la Hbo, nei quali affrontano alcune gravi problematiche che affliggono “la più grande band esistente sulla Terra”, come la ricerca di ispirazione e i triangoli amorosi con ballerine sataniche. Nonostante il crescente successo, ulteriormente consolidato grazie al ruolo di band di supporto ai tour di Beck e dei Pearl Jam, i nostri non avevano ancora prodotto un album di debutto, che arriva solo nel 2001. L’omonimo “Tenacious D” contiene brani dai titoli piuttosto esplicativi come “Cock Pushups” e “Fuck Her Gently”, che riescono a saltare senza fare una piega da esplicite citazioni bachiane alla registrazione di un’ordinazione da McDonald’s, con fiumi di chitarre che percorrono tutto l’album a mo’ di ideale fil rouge. Al di là dell’ironia greve, questo bizzarro frullato del miglior rock anni Settanta riesce a suonare fresco e originale come se i Black Sabbath non fossero mai esistiti.
Negli ultimi anni, anche a causa dalla crescente popolarità del Jack Black attore, il gruppo ha conosciuto una fase di stanca. E’ però di questi giorni l’uscita nei cinema americani di “Tenacious D in: The Pick of Destiny”, pellicola nella quale Black e Gass vanno alla ricerca del “Plettro del Destino”, mitologico oggetto forgiato da un dente di Satana, tramandato di generazione in generazione fra tutti i più grandi musicisti della storia. Una grottesca epopea vagamente autobiografica, fra scontri col demonio e rocamboleschi inseguimenti con la polizia in puro stile-Blues Brothers. La band ha composto anche la colonna sonora, uscita quasi in contemporanea col film. Lo schema è quello consueto: ironia dissacrante (a cominciare dalla copertina dell’album, parodia del Giudizio universale di Michelangelo), testi che oscillano dall’acuta critica politica (“The Government Totally Sucks”) a riferimenti classici (“Papagenu”) e demoniaci (“Beelzeboss”) e schitarrate come se piovessero. Il risultato complessivo non riesce a raggiungere i livelli dell’esordio, soprattutto a causa di alcuni brani di collegamento (come “Car Chase City”) che hanno senso solo nell’economia del film, ma in alcuni brani (come “Kickapoo”) l’ipertrofico rock di Black e Gass ritorna in tutta la sua magnificenza, grazie anche alla collaborazione di icone del genere come Meat Loaf e Ronny James Dio. I Tenacious D fanno di tutto per sembrare due cialtroni che si divertono a dire sconcezze, ma rimane il fatto che sanno fare musica (anzi, kick-ass fuckin’ music).