Devo ammetterlo, per qualche istante ci sono cascato. Ho creduto che Enzo Biagi fosse tornato in televisione. Naturalmente non era possibile, l’Italia è un paese che guarda avanti, si sta addirittura fondando il Partito democratico, ma vi assicuro che per alcuni secondi l’illusione è stata davvero perfetta. La somiglianza fisica tra il Biagi virtuale, apparso in video domenica sera, e il vero Enzo Biagi, che si gode la pensione a casa propria, era impressionante. Ho cominciato a insospettirmi solo quando il giornalista replicante ha aperto bocca. Il monologo iniziale era identico all’articolo che avevo letto la mattina sul Corriere della sera, mentre l’aneddoto sulla madre – aveva fatto la terza elementare, e mi ha insegnato a non dire mai bugie – lo avevo sentito pochi minuti prima a Che tempo che fa. A quel punto tutto è stato chiaro. Anche Fazio, nella sua trasmissione, aveva intervistato il Biagi virtuale, non quello vero. Infatti le domande di attualità – Telecom, Partito democratico, le foto di Berlusconi su Oggi – ricevevano risposte generiche e prive di riferimenti, chiaramente ottenute con un generatore automatico di biagismi. Retrospettivamente, quando Fazio, dopo Biagi, ha introdotto Lech Walesa – e questi a un certo punto ha detto che “non si può essere un po’ incinti” – ho temuto che tutta la programmazione domenicale di Raitre fosse diventata una specie di Truman Show, e che il programma che gestisce gli ospiti virtuali si fosse bloccato. Ma si tratta solo di un sospetto, l’unica certezza riguarda Rotocalco Televisivo. L’avatar di Enzo Biagi, dopo il monologo di esordio sull’inconveniente tecnico che lo ha tenuto lontano dagli schermi – un problema di validazione del software, è chiaro – e poi sulla Resistenza, anzi sulle resistenze, e poi sulla speranza che manca alla brava gente di questo paese – dopo tutto questo – ha ricordato che negli ultimi cinque anni sono accadute davvero molte cose. Ma non vi preoccupate, la trasmissione non ha nessuna intenzione di occuparsene.