Chi ha narcotizzato l’Unità?

Sbaglieremo, ma la nostra convinzione è che la pessima legge sulle intercettazioni recentemente approvata dal Senato non entrerà mai in vigore. Un’opposizione intelligente potrebbe impedirlo facilmente, sfruttando le molte condizioni favorevoli, dalle divisioni nella maggioranza al fronte larghissimo, specialmente tra i mezzi di informazione, schierato contro quella legge. Un fronte che comprende pure molti giornali di destra. Ma se anche il governo riuscisse a farla passare, al primo tentativo di applicarla seguirebbe senza dubbio l’appello alla Corte costituzionale, che a parere nostro e di tanti autorevoli giuristi, Costituzione alla mano, non potrebbe che bocciarla. Ci sono insomma tutte le condizioni favorevoli che un’opposizione possa desiderare per condurre una battaglia vittoriosa. A condizione di non suicidarsi, però.
Il principale punto di forza della campagna contro la legge è naturalmente l’ampiezza del fronte che contro di essa si è raccolto. Come al solito, il fanatismo degli esagitati rischia però di incrinarlo. E rende difficile, per esempio, non dare ragione a Giovanni Belardelli quando sul Corriere della sera, giornale fermamente schierato contro la legge sulle intercettazioni, invita ad abbandonare “uno slogan che nega alla radice l’idea stessa della libertà individuale come l‘«intercettateci tutti» proposto da chi evoca, ma in modo completamente distorto, la questione della trasparenza”.
Sbaglieremo, ma convinti come siamo che la legge non entrerà mai in vigore, pensiamo che il rischio maggiore della campagna contro la cosiddetta legge-bavaglio lo corra proprio la sinistra, come dimostra, ci pare, un singolare episodio accaduto in questi giorni.
Avvertiamo il lettore che la storia che stiamo per raccontare, nel suo piccolo, è piuttosto sconvolgente. Succede questo, che all’Unità, ieri, hanno deciso di sentire cosa dicono in un quartiere popolare di Roma, alla Garbatella, della legge sulle intercettazioni appena approvata dal Senato. Breve ma importante nota per i non romani: la Garbatella non è certo una di quelle zone degradate dell’estrema periferia, tanto meno un feudo della destra. E’ però, questo sì, un quartiere popolare. E le risposte del popolo, ancorché di sinistra e fieramente ostile al governo, non sono state quelle che si aspettavano all’Unità. Titolo in prima pagina del servizio: “Telecrazia. Così la legge bavaglio «non esiste» – Gli italiani disinteressati al ddl intercettazioni”. E questo il titolo nelle pagine interne: “«Legge bavaglio? Boh, non so». Il Paese narcotizzato dalla tv”. Occhiello: “Roma, in giro per un quartiere (ex) popolare. Di intercettazioni la gente non si interessa. Tutti concordi però: «Il Paese ha altri problemi, era meglio intervenire su scuola e pensioni»”. E questo, infine, l’incipit dell’articolo: “Ddl intercettazioni, chi è questo sconosciuto? Disinformazione, qualunquismo, proteste”.
Disinformati e qualunquisti. Tali sono i giudizi senza appello che si beccano gli abitanti del quartiere “ex popolare” della Garbatella. “«Io ho altri problemi, delle intercettazioni poco mi importa, sono altre le leggi che servono: sul lavoro, sull’immigrazione» è il coro dei più…”. L’eroina dell’Unità è chiaramente “Eleonora”, che “mentre sente i «signora mia io non arrivo a fine mese» di una passante va su tutte le furie”, lei che “è intorno ai 40, ha i siti web d’informazione sotto mano a lavoro…”. Il tipo più esecrabile è invece, altrettanto chiaramente, la “verduraia”, col “lamento sulla crisi e anche lei col suo ‘signora mia’: «So solo che se non mi alzo alle quattro ogni mattina, non mangio – dice – l’unica cosa che serve è una legge per farci campare un po’ meglio»”. Chiosa la giornalista: “Istanza non meglio specificata, legge chissà su cosa”. E conclude: “La politica, intanto, è sempre più lontana”.
Non c‘è dubbio, la politica è sempre più lontana. E la colpa è della verduraia, pare proprio di capire. O al massimo di quella tv che l’avrebbe “narcotizzata”, a lei e a tutti quegli altri “disinformati”, la maggioranza, quelli che non rispondono “citando Zagrebelsky” o i “siti web d’informazione”, e che tuttavia non fanno altro che prendersela con il governo, e hanno capito benissimo che la ragione per cui la maggioranza porta avanti la legge sulle intercettazioni è la volontà di fermare le inchieste. Lo hanno capito benissimo e lo dicono a chiare lettere, come ognuno può ascoltare con le proprie orecchie dal video pubblicato sul sito dell’Unità. Quale curioso narcotico avrebbe dunque propinato loro la televisione? Ma è evidente che una qualche alterazione della coscienza devono averla subita, queste persone, se nonostante tutto insistono col “lamento sulla crisi” e altre “non meglio specificate istanze” come quella di “campar meglio”, dovendosi alzare alle quattro ogni mattina per poter mangiare. Chissà che il parere di Margherita Hack, intervistata nella pagina a fianco, in mancanza di Zagrebelsky, non li faccia tornare in sé.
Ma siamo sicuri che la domanda giusta da porsi, sentendo le risposte dei cittadini e leggendo le sconfortate conclusioni dell’Unità, sia proprio chi abbia narcotizzato loro?