Pubblichiamo qui il discorso di saluto pronunciato da Giacomo Bottos e Angelo Turco, delegati dell’Apparato, giovedì 26 settembre 2013, all’apertura dei lavori della prima Festa di Left Wing. Il messaggio, declamato con voce stentorea dal palco del Circolo degli Artisti di Roma, ha introdotto solennemente il primo dibattito della festa dedicato al tema “Come si finanzia la politica”.
Compagni, siamo stati delegati a portarvi gli auspici del Comitato Centrale affinché questa iniziativa, impropriamente denominata “festa”, possa essere una proficua occasione di lavoro politico e ideologico e contribuisca a debellare le troppe eterodossie che ancora indeboliscono la saldezza della dottrina, causano dispute tra i militanti che rimangono sul piano dell’ideologia borghese, minano l’unità del partito, prestando così il fianco agli attacchi delle forze oscure della Reazione che proprio in questa fase storica intensificano i loro attacchi contro la compagine del movimento operaio, compromettendo così in ultima analisi una sicura avanzata verso il socialismo.
Abbiamo già avuto modo di esprimere il cauto apprezzamento dell’Apparato nei confronti dell’iniziativa della rivista Left Wing, apprezzamento pur velato da diverse perplessità riguardo all’ortodossia dottrinaria e le scelte inerenti la forma e il metodo. In particolare abbiamo biasimato la scelta della lingua inglese – lingua dell’imperialismo – nel titolo, la carta troppo patinata e colorata, un atteggiamento troppo indulgente nei confronti delle produzioni culturali borghesi degli anni ottanta, la presenza di un contributo di Barack Obama, e più in generale un certo eccessivo settarismo dell’iniziativa.
Siamo certi che i compagni del Comitato di redazione della rivista Left Wing sapranno fare tesoro delle nostre osservazioni e procedere su una linea di più rigorosa osservanza dell’ortodossia. Ad ogni modo, onde evitare qualsiasi cedimento a questo proposito, comunichiamo ufficialmente che dal prossimo numero la rivista dovrà superare l’esame di un’apposita commissione istituita ad hoc dall’Apparato che rilascerà infine il visto censura necessario alla pubblicazione.
Veniamo ora a introdurre il dibattito odierno. Il tema del finanziamento pubblico al Partito (e per rispettare le forme, nostro malgrado, anche agli altri partiti) è particolarmente caro al Comitato Centrale. A questo proposito non possiamo che esprimere agli organizzatori la più viva soddisfazione per l’invito del compagno Sposetti a questa iniziativa. Il compagno Sposetti, che salutiamo con deferenza, si è distinto per meriti straordinari ed encomiabile impegno per contrastare la becera propaganda borghese che, servendosi dell’intera schiera delle iene dattilografe – impropriamente dette giornalisti – ha cercato di sviare le masse accreditando la falsa idea che il rinnovamento della politica passasse attraverso l’abolizione del finanziamento pubblico. Questa idea è stata sostenuta anche dalla qui presente on. Bonafè, che è stata convocata dinnanzi a questa Commissione in qualità di nemica del popolo, e che dovrà qui rispondere delle sue scellerate aberrazioni ideologiche. Abbiamo poi convocato anche l’on. Migliore, un compagno che sbaglia, perché possa, in conseguenza della comunicazione della giusta linea, porre rimedio ai suoi errori.
La posizione del Comitato Centrale che siamo stati incaricati di comunicarvi, e alla quale dovrete tutti fare riferimento, è la seguente:
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in conseguenza dell’avvenuta riduzione del flusso di finanziamenti provenienti da Mosca;
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considerate le insostituibili necessità organizzative, di radicamento, di agitazione e di propaganda che la gestione di un grande partito di massa comporta;
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reputato inaccettabile affidare queste vitali esigenze all’aleatorietà della contribuzione sporadica, volontaria e individuale;
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ritenuto altresì che in questa fase storica di necessario ripiegamento tattico, in vista di una riorganizzazione delle forze che ponga le condizioni per una successiva avanzata, l’iniziativa politica richieda più che mai corpose risorse materiali per raggiungere gli obiettivi posti dagli organismi dirigenti;
il finanziamento pubblico deve essere sensibilmente aumentato.
Ogni cedimento rispetto a questa linea rischierebbe di mettere a repentaglio la già compromessa autonomia della politica, subordinando l’elaborazione della strategia del partito a necessità contingenti di reperimento delle risorse, che renderebbero in ultima analisi l’iniziativa politica dipendente dai voleri delle lobby, delle corporazioni e degli interessi privati e quindi in definitiva del grande capitale, della borghesia e dei suoi lacchè. Questo aprirebbe la strada ad una disfatta del movimento operaio a cui sarebbe difficile porre rimedio. La giusta attività di critica e autocritica nei confronti degli errori di alcuni compagni – nei limiti consentiti dalle direttive del Comitato Centrale – non deve portare a scelte avventate suggerite da cattivi maestri, arrecando danni irreparabili che renderebbero vani tutti gli sforzi compiuti sino ad oggi da generazioni di militanti.
Portandovi a nome del Comitato Centrale i saluti dell’Apparato e gli auspici di un proficuo svolgimento di questa iniziativa, diamo ora inizio ai lavori, affinché si possa procedere a un’incisiva critica delle posizioni erronee, a una ferma condanna dei dissidenti, giungendo così, al termine di un dibattito franco, libero e aperto, all’affermazione della giusta linea del Comitato Centrale.
Compagni, al lavoro e alla lotta!
Viva l’Apparato, viva il Partito!