I cattolici – in Italia e non solo – soffrono di un cronico ritardo culturale quando ci sono in gioco i diritti e le libertà, almeno dalla Rivoluzione francese in poi. Non a caso l’eroe dei cattolici reazionari è quel Pio IX che nel Sillabo (1864) definì l’incompatibilità tra libertà moderne e cattolicesimo. Ci vollero un secolo e un Papa che aveva studiato la storia, Giovanni XXIII, che nel 1963 con l’enciclica Pacem in terris aprì il dialogo tra cattolicesimo e le libertà. Ma nel discorso sulle libertà oggi (e anche per la chiesa oggi) la Rivoluzione francese è un lontano ricordo e la sola rivoluzione che conta è quella americana: non quella di quasi due secoli e mezzo fa, ma quella dell’ultimo decennio che ha cambiato i rapporti tra cultura gay, diritto e politica negli Stati Uniti… continua a leggere
(L’Huffington Post)