Il 20 gennaio 2017, giorno dell’inaugurazione della presidenza di Donald Trump, mi trovavo a Roma. La sorte mi riservò di ascoltare il discorso del neo-presidente in taxi. Ebbi la fortuna di fare due chiacchiere con il proverbiale tassinaro romano su come sarebbe stata la nuova presidenza. Il breve discorso di Trump dava alcune indicazioni, ma non dava un’idea neppure approssimativa della cappa plumbea che è scesa sugli Stati Uniti da un mese a questa parte. Nella notte del 27 gennaio, una settimana dopo quel discorso e solo tre giorni dopo il mio rientro dall’Italia, scattava, tra un venerdì notte e un sabato mattina, l’ordine esecutivo del presidente Trump: il travel ban, in teoria un divieto di viaggio da alcuni paesi a maggioranza musulmana. In realtà quell’ordine esecutivo cominciava a chiudere l’America al mondo e il mondo all’America… continua a leggere
(L’Huffington Post)