La situazione non è commendevole. E siccome non è la prima volta che il Partito democratico a Napoli ne combina di grosse, si capisce che da Roma abbiano dovuto correre ai ripari e mandare un dirigente nazionale, Emanuele Fiano, per verificare la regolarità del tesseramento. Ieri è infatti esploso un nuovo caso: si va nella sede del partito coi documenti e ci si iscrive, poi c’è qualcuno che passa e paga per te. Una specie di tessera sospesa, come il caffè. È dalle primarie del 2011 che al Pd napoletano non ne dice buona una: tra anomalie e contestazioni, numeri gonfiati e candidati a loro insaputa, per il Partito democratico non c’è pace… continua a leggere
(Il Mattino)