Col tempo ci siamo progressivamente assuefatti all’idea che i vantaggi derivanti dallo stare entro una rete globale di scambi e comunicazioni vadano giocoforza barattati con crescenti forme di limitazione della (e intrusione nella) nostra privacy. Le ultime rivelazioni di Wikileaks, che si sommano alle tante degli ultimi anni, ci mostrano però quali livelli di raccolta d’informazioni riservate, e di controllo delle nostre vite, siano ora possibili; quanto pervasiva e totalizzante possa essere un’azione d’intelligence capace di sfruttare questi processi d’interconnessione globale e superare le barriere, evidentemente deboli, attivate a loro protezione. Da quanto sappiamo, la CIA avrebbe sviluppato strumenti per accedere a comunicazioni sui telefonini e Internet, incluse quelle di servizi comunemente utilizzati come Whatsapp. Un hackeraggio, questo, attraverso il quale raccogliere e stivare ulteriori milioni di dati: un monumentale archivio elettronico la cui crescita non conosce soluzione di continuità, producendo scenari orwelliani nei quali ognuno di noi è potenziale vittima… continua a leggere
(Il Mattino)