Devo chiedere scusa a Beppe Grillo. Per anni ho creduto che fosse un populista, un propalatore di bufale, omofobo e razzista. Mi sbagliavo. In realtà, come ora sappiamo, non era Beppe Grillo a scrivere sul blog che i poliziotti italiani si erano ammalati a decine per la tubercolosi portata dagli immigrati e a denunciare che «il Passaparola di ieri con l’ingresso delle malattie infettive dall’Africa e il contagio di tbc di 40 poliziotti finora accertati è caduto nel nulla». A dire che è meglio non pagare le tasse perché «se tutti le pagassimo, i politici ruberebbero il doppio». A sostenere che che lo ius soli è sbagliato, perché «la cittadinanza a chi nasce in Italia, anche se i genitori non ne dispongono, è senza senso». Non era lui, ora lo sappiamo, sappiamo che di tutto questo non era minimamente responsabile. Tanto meno poteva esserlo quando, sempre sul suo blog apocrifo, si ospitarono per mesi gli articoli sul «metodo Di Bella» e link a ad altri siti in cui si sosteneva che la «chemioterapia non funziona».
Gli dobbiamo tutti delle scuse. Anche perché, se non era lui quello del blog, evidentemente doveva essere un sosia, un parente cattivo, un impostore anche quello che da diversi palchi, negli ultimi anni, ha detto cose pure peggiori. Per esempio quando faceva disinformazione sulla prevenzione al cancro: «Si può convivere con il cancro. Screening, esami e diagnosi precoci sono pericolosi». O quando, attaccando il Professor Veronesi, sosteneva: «Veronesi va sempre in tv a dire che bisogna fare le mammografie perché probabilmente così danno più sovvenzioni al suo istituto». E poi aggiungeva che «esiste una propaganda che dice che bisogna fare una mammografia ogni due anni e le donne la fanno perché si informano male: del resto la differenza di mortalità tra chi la fa e chi non si sottopone alla mammografia ogni due anni è di due su mille». E sicuramente non poteva essere lui a definire uno dei più importanti economisti del secolo scorso «quel frocetto di Keynes», né a sostenere che «l’Aids è la più grande bufala del secolo». O addirittura a sostenere che le vaccinazioni fossero inutili: «Là dove hanno fatto le vaccinazioni le malattie sono scomparse, là dove non le hanno fatte le malattie sono scomparse lo stesso».
Quindi ti chiedo scusa, caro Beppe Grillo. Non eri tu, non ne sapevi nulla, non ne sei responsabile. Un consiglio, però: fatti dare una mano da qualcuno dei tuoi assistenti e cambiate le password del sito. C’è un poco di buono che lo usa a nome tuo.