È in corso un’operazione di ridefinizione dell’immagine del Movimento 5 Stelle in vista delle prossime elezioni politiche, da ultimo con l’intervista di Beppe Grillo all’Avvenire. A domanda sul Movimento, Beppe risponde così: «Per noi conta il ripristino della democrazia in Italia che oggi è sospesa, conta il rientro dei cittadini nelle istituzioni e assistere alla costruzione di una idea di futuro. Cosa vogliamo diventare? Come saremo?». La questione sinceramente interessa anche me, viste le polemiche sollevate in questi giorni dalle posizioni anti-scientifiche del M5S. Accuse rispedite in modo stizzito al mittente da Grillo e dai suoi «meravigliosi ragazzi».
Immaginate quindi il mio stupore quando ho sentito Grillo parlare a favore della cura Di Bella (ve la ricordavate?) e di questa cura miracolosa contro il cancro basata sul succo di limone. Cito da uno dei suoi monologhi: «Sapete quanti Di Bella hanno fatto fuori in trent’anni, senza che noi sappiamo niente? Vi ricordate un certo veterinario, Bonifacio? Era un veterinario che aveva scoperto che alle capre non veniva il cancro; fece studi su studi, lo radiarono da tutte le parti. Morto quasi in miseria, gli diedero dello stregone, del ciarlatano. Il siero K101. Wugner. La bionica La biotronica. Pantellini curò la moglie, malata terminale, che non le davano più speranze, con succo di limone e ascoltato di potassio. Guarì dal cancro. Non cagò più per due mesi, ma guarì dal cancro».
Quanto ai vaccini, la campagna di Grillo non è certo cominciata ieri. Per esempio, in un vecchio spettacolo di cui tutti possono gustare ampi stralci su you tube, lo si sente urlare: «La difterite stava scomparendo per i cazzi suoi, la poliomielite stava scomparendo per i cazzi suoi. (…) Là dove hanno fatto le vaccinazioni le malattie sono scomparse, là dove non hanno fatto le vaccinazioni le malattie sono scomparse lo stesso. (…) Nel Medioevo per lo meno era Dio che ti faceva ammalare, non una multinazionale del cazzo». Incuriosita, ho deciso di approfondire l’argomento. Ed eccolo, ancora lui, questa volta parlare di presunti studi che confermerebbero la sua tesi, e cioè che la prevenzione è pericolosa: «Gli svizzeri, che sono precisi, hanno preso cadaveri di persone di novant’anni morte di vecchiaia e gli hanno fatto l’autopsia. (…) Hanno scoperto che il 100 per cento dei morti, tutti, avevano un tumore alla tiroide, ma non erano morti per il tumore alla tiroide. Il 95 per cento avevano il tumore alla prostata, 950, ma non erano morti per il tumore alla prostata. Erano arrivati a 90 anni ed erano morti di vecchiaia. Si può anche convivere con una malattia senza accorgersene. Allora prima di farvi fare screening, esami, diagnosi precoci, informatevi sulle cose, perché sono pericolosi!».
E questa è un’intervista del 1997 in cui si parla di Aids. Domanda: «Una delle cose interessanti che hai accennato, è quella relativa alla sanità, alla medicina, anch’essa succube dell’economia». Risposta di Grillo: «Io ho la convinzione – e non solo io, siamo in tanti ad avere questo sospetto, persone illustri della scienza – che l’Aids non esiste, che questa malattia è stata un modo per prendere fondi, miliardi di dollari. Mai è stato provato che esista il virus Hiv, nessuno l’ha mai visto. Dicono che la teoria dell’Aids ha portato tre cose: 1) un vaccino che non c’è; 2) una cura che non c’è; 3) i preservativi che ci sono già».
Oggi Grillo, nelle sue pensose interviste, dice che il problema è cosa vogliamo diventare. Io guardo agli allarmi di altri paesi e della comunità scientifica sul ritorno in Italia di focolai di morbillo e mi domando cosa siamo diventati.