Lettera di risposta al nostro appello
Cara Left Wing,
in questo spazio messo a disposizione delle idee e delle proposte, ci piace riportare l’esempio di un popolo di professionisti che può fornire un prezioso contributo in molti ambiti delle nostra società. Quando si pensa al grafologo, lo si lega subito ad un’aula di tribunale e alla sua perizia. Oggi i grafologi sono un piccolo esercito di professionalità pronto ad offrire un prezioso apporto in molti ambiti. Oltre all’attività peritale, come professionisti chiamati ad accertare il vero e il falso della scrittura, numerosi svolgono attività nell’orientamento professionale, intervenendo per delineare profili attitudinali spesso utili a ridestare i talenti talvolta semplicemente sopiti nelle persone e in altri casi addirittura mai rivelati. Altri si dedicano all’orientamento scolastico superiore e universitario per aiutare i ragazzi nella scelta dell’indirizzo più consono alle loro attitudini. Un settore consolidato è poi quello della “Educazione del gesto grafico”.
Entrare nel mondo dei segni difficili da tracciare presuppone oggi una stretta collaborazione con il team di professionisti della sfera sanitaria che sono chiamati ad accertare le condizioni di disgrafia – “un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica” – ma in presenza di capacità cognitive adeguate e in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali. Un DSA (disturbo specifico di apprendimento), quindi, che in base alla L.170/2010 prevede una serie di misure dispensative e compensative. Nel caso specifico, lo studente con disgrafia certificata può essere in molti casi esonerato dal faticoso compito di dover scrivere in classe o comunque gli si consente di limitare all’essenziale la prestazione, fornendo fotocopie o schemi della lezione. Nei casi più complessi, si può passare direttamente alla dotazione di un pc con programma di videoscrittura. Tutto questo va bene per alcuni, per altri evidentemente no, visto che in molti di loro c’è il desiderio di reimparare a scrivere e quando chiedono di farlo, ce la mettono davvero tutta.
A partire dal 2014, un team di grafologi ha offerto interventi con cadenza bisettimanale all’interno di alcuni doposcuola romani per DSA . La sola e semplice applicazione dei criteri di base dell’educazione del gesto grafico negli studenti con difficoltà esecutivo-motorie ha portato in tempi relativamente brevi ad un netto miglioramento delle prestazioni scritte e al superamento di molte difficoltà in molti di loro, grazie ad interventi graduali su postura e prensione, esercizi di facilitazione del movimento e di attività grafiche mirate che avevano l’obiettivo di migliorare la leggibilità della produzione scritta dei ragazzi. Un grande risultato per chi, appena pochi mesi prima, aveva dichiarato con rammarico di non saper scrivere in corsivo perché troppo difficile.
E perché non proporre un contributo più consistente rispetto all’esercizio grafomotorio anche all’interno delle strutture per anziani? L’esperienza al momento in atto in una piccola residenza geriatrica alle porte di Roma (un accesso favorito dall’assenza di complicazioni burocratiche e un’attività gestibile da un solo grafologo grazie al numero di ospiti limitato a sole 12 donne), valorizza il divertimento, l’impegno e la soddisfazione dei soggetti invitati ad usare matite colorate e fogli bianchi: l’interesse per il disegno, un’attività apparentemente dimenticata, è stato ridestato in un clima di partecipazione giocosa. Da questa osservazione iniziale nasce l’idea di un progetto che potrebbe portare alla raccolta di interessanti dati di ricerca e allo sviluppo di un settore formativo le cui competenze andrebbero a beneficio della “quarta età”: Il risveglio del gesto grafico, un laboratorio finalizzato al recupero delle capacità grafomotorie residue in senilità.
Questo e tanto altro è in sostanza l’apporto di una professione come quella del grafologo che sa sempre più di dover puntare sull’imprescindibile principio di collaborazione tra competenze diverse, sul confronto e sull’ampliamento del campo di conoscenze ma in modo serio e strutturato, un’opzione possibile grazie alle tante scuole accreditate dalla nostra associazione. Con uno scopo finale auspicabilmente comune a tutta la nostra categoria: portare valore professionale e qualità umana nei tanti ambiti in cui, il fare pratico si attua attraverso un autentico interesse per chi abbiamo di fronte.
Isabella Orazi
Responsabile comunicazione Associazione Grafologica Italiana, aderente al CoLAP