Leggendo le prove letterarie di Alessandro Di Battista ci capita sempre più spesso di pensare ad Álvaro Cunhal, segretario del Partito comunista e leader della resistenza portoghese, più volte incarcerato dal regime di Salazar, protagonista di una leggendaria evasione dall’isola-prigione Forte de Peniche, che dopo essere rientrato in patria da eroe, con la rivoluzione dei garofani, pubblicò diversi romanzi sotto pseudonimo. Un vezzo di cui non disse nulla fino al giorno delle sue dimissioni da segretario del Partito comunista, qualche decennio dopo. Ed è esattamente a questo punto delle nostre riflessioni che abbiamo capito che il vero modello di Dibba non è Cunhal, e tantomeno Che Guevara. È Veltroni.