Schieramenti televisivi

Da quest’anno alle 20.30 La7 si rispecchia nella versione Rete4 di se stessa. In Onda e Stasera Italia hanno ottenuto nei primi giorni della settimana praticamente gli stessi risultati, attorno al 6%, oltre a spettatori parimenti fedeli che si sono visti in media la metà dell’intera durata dei programmi. La differenza tra le due platee non è né territoriale fra Nord, Centro e Sud, né generazionale, ma socioculturale. A trainare La 7 sono i laureati e i diplomati alle superiori, con percentuali triple rispetto ai titoli di studio inferiori, mentre per Rete 4 vale esattamente il rovescio. In soldoni, non ci sono state migrazioni rispetto alle caratteristiche da tempo conosciute di entrambi i pubblici. E questa, a parere nostro, è la notizia. Ma così come non attribuiremmo al carisma di Telese l’attrattiva verso chi ha più studiato, così ci guardiamo bene dal pensare che sia stato il defilippesco gelato di Palombelli ad aver trattenuto i “semplici” cui da sempre Rete4 è vicina. “Semplici” che, essendo in maggioranza anziani, avranno probabilmente apprezzato i toni distesi e gli scambi più comprensibili rispetto ai casini in piazza e studio di Quinta Colonna. E si sa che l’audience propende a questo o quel Canale essenzialmente per il linguaggio, così come nella vita Tizio lo ricordiamo, e magari ce ne innamoriamo, per come si esprime a prescindere da quel che dice.

E la politica? Non conta nulla la politica? Perché quelli che stavano lì a vedersi il destro Del Debbio supportano come se niente fosse anche Palombelli? Forse perché, azzardiamo, nella società c’è meno schieramento di quanto si pensi. E più in generale perché la tv stessa non pare al pubblico un “soggetto” che fabbrica idee, ma semplicemente un deposito neanche differenziato, che molto raccoglie e nulla crea, tantomeno il populismo attuale a cui, pure, ha fornito molti personaggi. Il pubblico, insomma, pare considerare la tv un soggetto “cavo” (rubando l’espressione ad altri contesti), un involucro dal quale estrarre a piacimento quel che piace, interessa o diverte.

Detto questo, sia La7 che Rete4 saranno anche cave, ma hanno di che fregarsi le mani per le rendite d’audience e di ricavi pubblicitari. Mentre la Rai pare assente dal gioco e non si vede come potrebbe rientrarvi senza ripensarsi da capo a fondo. Perché è una corazzata sì, ma all’ancora, coi cannoni che sparano salve ininterrotte di TG, mentre nel cielo incrociano i droni della guerra intelligente. E qui, altro che la cavità, il problema parrebbe il vuoto.