Scusate il ritardo

Sono stati mesi impegnativi quelli che sono trascorsi dall’ultimo numero de Il Pane e le Rose: le elezioni europee, la festa di Left Wing, gli Stati Generali dello Spettacolo, e a pagarne le conseguenze è stata anche la regolarità della pubblicazione della newsletter. Cercheremo di essere più puntuali e, anzi, colgo l’occasione per rinnovare a tutti i nostri lettori l’invito a collaborare.

Da sempre l’annuale festa di Left Wing è l’occasione per fare il punto su molti dei temi politici d’attualità – e fra questi i temi della politica culturale hanno uno spazio speciale – spesso anticipatori di quanto nelle stagioni successive diventa emergenza. L’articolo “Per un sistema nazionale delle orchestre” di Michele Nitti fa il punto su quanto discusso al tavolo della festa, mentre “Formazione e spettacolo. Una grande storia d’amore” di Tiziana Tentoni, che agli Stati Generali dello Spettacolo ha guidato il gruppo di lavoro sulla formazione, ragiona su uno degli aspetti più delicati per il futuro dello spettacolo in Italia.

La festa di Left Wing ha posto un tema generale e politico: l’Italia è oramai un paese in recessione culturale, con processi di desertificazione territoriale ed esclusione sociale dall’accesso ai prodotti artistici che le politiche del governo non contrastano, bensì accentuano, come nel caso della riforma del tax credit, dell’organizzazione ministeriale dei beni culturali, del decreto attuativo per l’indennità di discontinuità, trasformando una norma di governo del lavoro in marginale e complicata elemosina. Gli Stati Generali dello Spettacolo si sono aperti con la notizia del nuovo rinvio della delega per l’attuazione del Codice dello spettacolo e nel pieno della crisi della produzione cinematografica italiana causata dallo stop imposto dal ministero al tax credit, un vero e proprio blocco delle produzioni e del lavoro. Questi i due temi cardine degli Stati Generali.

Qualche giorno fa è stata pubblicata la proposta di legge di bilancio dello Stato 2025-27, l’articolo 118 interviene modificando la legge in vigore istitutiva delle politiche di credito di imposta per promuovere la produzione cinematografica nel nostro paese. Ciò che era una norma generale di politica industriale per il cinema diventa uno strumento di sostegno nelle mani del ministero, per controllare la produzione cinematografica. Lo stato “padrone”, una forma un po’ autoritaria di egemonia culturale. La nota preparata da Left Wing che trovate in questo numero spiega assai bene di cosa si tratta.

Nei tre giorni degli Stati Generali, come nella plenaria finale, si è discusso molto di spettacolo dal vivo e della non più rinviabile attuazione della legge 175 del 2017, il cosiddetto Codice dello Spettacolo. Quella legge, a cui si arrivò dopo anni discussione, è una proposta di riforma dello spettacolo dal vivo, ne definisce ispirazione, principi, concetti, caratteristiche e confini, delegando il governo a scrivere e proporre i decreti attuativi. Il nuovo rinvio del governo non fa ben sperare, e obbliga artisti e operatori dello spettacolo a un impegno propositivo in prima persona. È ciò che ad Officina Pasolini si è iniziato a fare.