Dopo Pier Luigi Bersani, prosegue sul Fatto quotidiano la serie delle interviste ai massimi esperti nel campo delle scissioni, suddivisioni e manipolazioni subatomiche della sinistra. Oggi è la volta di Roberto Speranza, che dal 2017 a oggi, con Bersani, e sempre in nome dell’unità della sinistra – anzi, di più: del centrosinistra – ha promosso esperimenti di avanguardia come, nell’ordine: la scissione di Mdp dal Pd di Renzi per allearsi con il Campo democratico guidato da Giuliano Pisapia (primavera 2017), l’abbandono dello stesso Campo democratico, e della leadership di Giuliano Pisapia, per promuovere Liberi e Uguali sotto la guida di Piero Grasso (autunno 2017), e infine, dopo il non esaltante risultato raccolto alle elezioni (3 per cento), la re-scissione di Mdp da Leu (e da Grasso) per promuovere un nuovo grande soggetto unitario della sinistra, con una manifestazione giustamente intitolata «Ricostruzione». Dall’alto di tanta esperienza, il titolo dell’intervista di oggi a Roberto Speranza suona già come un programma per il futuro: «Pd e M5S esploderanno: poi si rifà la sinistra». E davvero viene da chiedersi se il nuovo modello di un così inesauribile afflato unitario non sia il Bertinotti imitato da Corrado Guzzanti, che profetizzava, come unica strada per i partiti della sinistra, la polverizzazione in uno sciame batterico. Una sinistra che certo, non ce lo nascondiamo, deve cambiare, e molto. Ma forse, ed è una lezione che dovrebbe valere davvero per tutti, cominciando con il non prendere esempio da quelli che non cambiano mai.